Fungo killer “Candida auris”: cos’è il patogeno che sta allarmando gli esperti in contesto internazionale per la sua resistenza ai farmaci e per la capacità di uccidere le sue vittime in appena tre mesi?
Fungo killer “Candida auris”: cos’è, come avviene il contagio e quali sono i sintomi
Candida Auris, meglio noto come il “fungo killer”, è un patogeno che si sta diffondendo a causa dei cambiamenti globali. Questi, infatti, giocano un ruolo fondamentale nella circolazione di nuovi virus e batteri nell’ecosistema, rilasciati il più delle volte dallo scioglimento dei ghiacciai.
Per quanto riguarda il fungo killer Candida Auris, il patogeno sta preoccupando gli esperti in contesto internazionale in quanto è molto resistente ai farmaci e ha la capacità di uccidere metà delle sue vittime entro tre mesi dall’avvenuto contagio.
In Italia, il fungo è stato isolato in un paziente ricoverato all’ospedale dell’Angelo di Mestre. A quanto si apprende, prima di recarsi a Mestre, il soggetto è stato ricoverato all’estero dove avrebbe contratto il Candida Auris.
Sulla base delle informazioni sinora diffuse, pare che il patogeno abbia una mortalità che varia tra il 30% e il 70% delle sue vittime. I pazienti infettati devono essere sottoposti tempestivamente a una terapia adeguata a scongiurare problemi soprattutto per i soggetti pluripatologici. Il fungo è molto contagioso, viene trasmesso tramite il contatto con un infetto anche mediante le superfici ed è resistente agli antisettici comuni e ad almeno uno delle tre classi di antifunginiusati in ambito medico.
Bassetti: “Dire che potrebbe essere una pandemia del futuro è allarmistico”
In merito al fungo killer Candida Auris, è intervenuto il direttore di Malattie Infettive del San Marino di Genova, Matteo Bassetti, che ha dichiarato: “È un lievito che ha iniziato a dare problemi dapprima in Sudafrica ed è un fungo molto resistente agli antibiotici, motivo per il quale è difficile da trattare. È un’infezione che preoccupa e che va monitorata ma tenendo sempre dritta la barra. Negli ospedali vanno attivate da protocollo tutta una serie di azioni per ridurre il fenomeno, perché è correlato alle pratiche ospedaliere e colpisce soprattutto i pazienti più fragili, con un sistema immunitario compromesso da altre patologie. È impossibile azzerare il rischio ma il nostro sistema sanitario, come credo il Covid abbia dimostrato, è un buon sistema sanitario”.
L’esperto, inoltre, ha precisato: “Sicuramente questo fungo è una seria minaccia perché, essendo ad alta diffusibilità e resistente, provoca quadri clinici molto critici e anche mortalità. Ma dire che potrebbe essere la pandemia del futuro è allarmistico. Abbiamo protocolli molto rigidi e la trasmissibilità di questa infezione non è legata a una semplice condivisione di un asciugamano piuttosto che di un indumento. Un caso deve far giustamente accendere una lampadina e far attivare tutte le misure di controllo attivo previste ma non deve destare un’eccessiva preoccupazione. Una folata di vento non fa scuffiare”.