Prima la fuga di notizie coi verbali secretati del legale Piero Amara che fanno il giro delle redazioni dei quotidiani (leggi l’articolo), poi l’inizio di quella che appare sempre più una faida tra le toghe di Milano. Se inizialmente erano solo sospetti, a certificare il tutto sarebbe la relazione che il procuratore del capoluogo lombardo Francesco Greco (nella foto) ha depositato al procuratore generale Francesca Nanni per raccontare la propria verità sul caso dei verbali resi tra dicembre 2019 e gennaio 2020 dall’ex consulente legale di Eni Amara.
Un atto annunciato – e lungamente atteso – con cui il magistrato smentisce su tutta la linea le accuse di “inerzia” che gli sono state mosse dal pubblico ministero Paolo Storari quando, per “autotutelarsi”, li consegnò all’allora consigliere del Csm, Piercamillo Davigo. Cosa ancor più grave, sempre secondo la versione del vertice della Procura meneghina, a danneggiare le indagini sarebbe stato proprio Storari facendoli uscire, mettendoli in mano a Davigo, all’insaputa dei suoi stessi superiori (leggi l’articolo). Ma c’è di più.
Leggi anche: Fuga di notizie sul caso Amara. Inchiesta affidata al pm indagato. Il procuratore Greco assegnò il fascicolo a Storari. Ma il magistrato mollò per aver informato Davigo.
Il procuratore smentisce categoricamente ritardi o tentativi di insabbiamento anzi, a quanto si apprende, il magistrato sostiene che accertamenti su quelle dichiarazioni, in cui si faceva riferimento alla presunta loggia segreta Ungheria, sono stati fatti anche se con prudenza e cautela, tanto che i primi tre nomi, Amara, il suo ex collaboratore Alessandro Ferraro e il suo ex socio Giuseppe Calafiore, vennero iscritti per associazione segreta nel maggio 2020.
Iscrizioni che, però, Storari voleva fare già sei mesi prima per ottenere i tabulati telefonici e disporre le intercettazioni. Non solo. Sul fatto che le indagini milanesi sulla presunta loggia fossero tutt’altro che ferme, Greco ha allegato alla relazione diversi documenti da cui emerge che il procuratore aveva coinvolto anche l’aggiunto e responsabile dell’anticorruzione Maurizio Romanelli a cui ha girato i verbali per leggerli in quanto l’intenzione era di potenziare il pool di pm che si occupava del caso.
Un’eventualità che non si è realizzata perché a settembre, dopo una riunione in Procura, il fascicolo è stato trasmesso per competenza alla Procura di Perugia in quanto l’ex legale esterno dell’Eni tirava in ballo diversi magistrati romani. Intanto in giornata il pm Storari, indagato per rivelazione del segreto d’ufficio, sarà sentito dai colleghi di Roma a cui riferirà la propria versione dei fatti.