Loredana De Petris, senatrice nel Gruppo Misto che non si è ricandidata alle ultime elezioni, aveva predetto che molti elettori di sinistra sarebbero confluiti nel M5S. Ha avuto ragione.
De Petris, passate le elezioni nei sondaggi il M5S continua a salire e il Pd continua a scendere. Che ne pensa?
“Io penso che i risultati abbiano confermato il giudizio che ho dato sulle scelte del Pd. Le mie idee evidentemente sono condivise da moltissime persone a sinistra. Le elezioni hanno registrato uno spostamento di voti dalla sinistra al M5S. Ma la tendenza era in corso da tempo. Il Pd registra ancor di più un distacco dalla realtà, si vede anche guardando la mappa del voto. I dati confermano per loro che vi è una distanza con gli elettori, con i cittadini che sono sempre più in difficoltà. Qualcuno la chiama “disconnessione sentimentale dal popolo”. In più c’è la scelta razionale e deliberata di rompere l’alleanza con il Movimento 5 Stelle, direi quasi una scelta perseguita. Il risultato delle elezioni dimostra che è stata una scelta suicida e che ha dato a tavolino la vittoria a Meloni e alla destra. Se noi avessimo avuto un’alleanza come avevamo costruito la partita non sarebbe stata chiusa: questo l’elettorato di sinistra l’ha molto sentito e anche per questo si è orientato verso i 5 Stelle. In onestà bisogna anche ammettere che Conte ha mostrato un partito molto cresciuto, ha lavorato su un agenda sociale e sulla transizione ecologica, è tra i pochi che parlano di mafie. La sua intervista di ieri a Avvenire lo dimostra ancora una volta”.
Giuseppe Conte intanto ha lanciato l’idea di una marcia per la pace, un’altra idea che si direbbe di sinistra…
“Il Pd ha fatto il contrario: dopo l’invasione di Putin invece di perseguire la via diplomatica si è messo l’elmetto in testa e anche in questi giorni continua. Anche di fronte a un’ulteriore salto di qualità del conflitto non sentiamo da quella parte l’idea di perseguire una volta per tutte, come ha fatto il Papa in modo molto chiaro, la pace, di trovare un tavolo di trattative. La situazione è grave. Siamo di fronte a una crisi sul fronte geopolitico che non si presentava da anni, una crisi energetica spaventosa con risposte che non arrivano dall’Ue. Basti pensare cosa è successo con gli extra profitti, con una legge che sembra scritta male apposta. In più siamo sull’orlo del baratro di una crisi sociale per famiglie e piccole imprese”.
Non c’è il rischio, come dice qualcuno, che il Pd si appiattisca sul M5S?
“Sono cose diverse. Il Pd deve fare chiarezza. Nasce da un grande equivoco fin dal 2008 e la sinistra al suo ha fatto molto male, scambiando il progetto politico per il potere fino a sé stesso, per governare nonostante perdesse. La sua nascita del resto è un’operazione fredda a tavolino con l’illusione di fondere due culture politiche molto diverse. È rimasto semplicemente un contenitore di correnti. Ma dal punto di vista del rapporto con la sua comunità il Pd oggi chi rappresenta? Qual è il profilo dell’elettore del Pd? Non serve niente se un congresso cambia segretario e sigla un nuovo accordo tra correnti. E temo finirà così. Il Pd ha bisogno di una grande ripensamento, di prendere atto di un progetto sbagliato fin dall’inizio. Non è riuscito a diventare un partito democratico su modello americano, è diventato il partito delle élite con pochissimo radicamento nelle classi sociali tra i lavoratori. Questo ha minato alle basi il progetto. Per questo un polo progressista democratico ecologista si può ricostruire soltanto intorno ai 5 Stelle, che hanno tante contraddizioni, certo, ma lì c’è una possibilità, anche con i più deboli, io l’ho visto in campagna elettorale. È Conte che in questi giorni cerca di mobilitare, è lui a chiedere un tavolo delle trattative”.
Il Pd potrebbe cambiare con Elly Schlein come segretaria?
“Elly ha perso l’occasione di costruire un soggetto su cui si è lavorato che avrebbe messo insieme le istanze della sinistra. Lei si è sottratta. Nel Pd il problema son si risolve cambiando il segretario. Nessun segretario del Pd è arrivato a fine mandato, tutti si sono messi da parte prima. Secondo me alla fine sarebbe un’operazione di facciata”.
Sinistra Italiana che ruolo potrebbe avere?
“Hanno scelto di stare in coalizione con il Pd, anche con istanze diverse e con contraddizioni. Non so cosa vorranno fare. Noi aspettiamo una forza ecologista vera, popolare, e questo si può fare solo intorno al M5S. Con Sinistra Italiana vedo complicato ricostruire un’alleanza a tavolino. Oggi si deve lavorare sui temi e sui contenuti”.
Per il M5S ha governato con Salvini, ha promulgato i Decreti sicurezza…
“I 5 Stelle, lo dico per la mia esperienza, hanno fatto un percorso travagliato, con una scissione pilotata in cui gli elementi meno sinceri e meno progressisti se ne sono andati. Certamente il cammino è abbastanza lungo ma il lavoro si fa in cammin facendo. Io non mi iscrivo ai 5 Stelle ma sinistra è quella che fa la sinistra, non quella che si proclama di sinistra. Il popolo lo sa capire”.