Lo 0-0 di Verona, contro un Hellas ampiamente rimaneggiato, potrebbe pesare più del previsto in quest’inizio di stagione della Roma. Le incertezze sul mercato, probabilmente dovute anche alla mancanza di un “vero” direttore sportivo (De Sanctis di fatto ricopre il ruolo ad interim ed è supportato da Fienga), hanno complicato la posizione di Paulo Fonseca.
Il tecnico portoghese è stato costretto a rinunciare ad Edin Dzeko per la trasferta in Veneto: il bosniaco è stato tenuto in panchina per tutti i 90 minuti, in previsione di un imminente trasferimento alla Juventus. La cessione, però, non si sblocca considerato che il Napoli non è disposto a concedere ulteriori concessioni per Milik, erede designato dell’ex City. Insomma, alla fine ne è venuto fuori un pasticcio che ha messo in evidenza una clamorosa lacuna che ha caratterizzato gli ultimi mesi: Fonseca non ha un altro centravanti in rosa, al Bentegodi al centro dell’attacco è stato schierato Mkhitaryan. Poco da aggiungere.
L’ombra di Allegri
Insomma, Fonseca – al netto di alcune dichiarazioni post-match che proprio non sono piaciute a gran parte della tifoseria – non può essere considerato come il principale colpevole di una situazione quasi grottesca. Ciò non toglie che Friedkin si aspetti molto di più da quest’organico e dal suo allenatore: la prima partita ufficiale della gestione statunitense coincise con una delle più brutte prestazioni degli ultimi anni giallorossi, l’umiliazione patita in Europa League col Siviglia. La nuova stagione non è partita col piede giusto e il calendario mette subito di fronte la Juventus di Pirlo, apparsa pimpante all’esordio in campionato.
Potrebbe essere questo il primo crocevia importante della gestione Friedkin. Se dalla proprietà non filtrano segnali di sfiducia nei confronti di Fonseca, qualcosa sembra comunque muoversi attorno alla panchina dei capitolini.
Non è un caso che proprio in queste ore è arrivata la battuta di Allegri che ha infiammato il dibattito sulle radio romane: “In futuro sulla panchina della Roma? Vediamo…”. Un’apertura che ha spiazzato tutti ma che ben testimonia la voglia di rimettersi in gioco da parte del tecnico pluriscudettato. Allegri è reduce da un anno sabbatico dopo la traumatica fine dell’avventura con la Juventus, si aspettava di tornare presto in pista, con un top club europeo con ambizioni da Champions, ma i mesi passano e i cambi sulle panchine agognate non lo coinvolgono. Ecco allora che un progetto ambizioso come quello della nuova Roma di Friedkin potrebbe fare al suo caso.
Svolta anche nella direzione tecnica?
Come spesso accade in questi casi, una semplice indiscrezione si è trasformata in un tormentone. Ecco, allora, che torna di moda anche un nome spesso accostato alla Roma: Fabio Paratici. Il d.s. della Juventus è considerato da Friedkin come l’uomo giusto per rimettere sui giusti binari un mercato fino a questo momento a dir poco deficitario. La Roma ha preso Pedro a parametro zero poi si è sostanzialmente fermata prima dell’acquisto di Kumbulla. Poco per ambire ai primi quattro posti in classifica: su diversi siti di settore dove vengono forniti per scommettere o su come giocare al gratta e vinci online, sono elencate le quote antepost della nuova Serie A. E i giallorossi sono stabilmente inseriti in terza-quarta fila. Prospettive ad oggi non esaltanti.
Va detto che Paratici non ha mai nascosto l’ambizione di provare un’avventura all’estero (spesso si è parlato di Manchester United), di certo il mancato acquisto di Suarez, non tesserabile come extracomunitario visto l’arrivo di McKennie di qualche giorno prima, potrebbe pesare nelle valutazioni della Juventus. Qualcosa, insomma, potrebbe davvero accadere e potrebbe ricomporsi a sorpresa una coppia che ha fatto le fortune dei bianconeri negli ultimi anni, anche se sotto la direzione tecnica di Marotta.
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