Gli Stati e le banche stanno tamponando gli effetti economici della pandemia erogando soldi e prestiti in quantità mai viste, ma questo alla lunga può essere pericoloso, più di quanto oggi non si percepisca. A dirlo è stato ieri il presidente del Consiglio di Vigilanza della Bce, Andrea Enria (nella foto), rispondendo ad una domanda in audizione davanti alla Commissione Econ del Parlamento europeo. Le misure straordinarie – ha detto Enria – approvate “dai colleghi della Bce che si occupano di politica monetaria hanno creato una percezione, nel settore bancario, secondo la quale ci siano meno rischi, ci sia meno volatilità anche in futuro rispetto alla situazione effettiva. Penso sia importante, invece, chiarire che siamo in una situazione straordinaria e che i rischi potenziali sono enormi per il futuro ed è questo che chiediamo alle banche di fare nelle prossime settimane e mesi”.
Un richiamo alla prudenza, insomma, che rischia di trasformarsi in una stretta sul fronte dei finanziamenti che in questa fase le banche stanno erogando con una relativa disponibilità, grazie alla liquidità a costo zero e praticamente illimitata messa in circolo dalla Bce. Enria si è perciò rivolto agli istituti di credito invitandole a rinunciare ancora ai dividendi. La Vigilanza della Bce – ha annunciato – prenderà una decisione sulla rimozione della raccomandazione a non distribuire i dividendi solo dopo avere acquisito le nuove stime macro della stessa Bce, il prossimo 10 dicembre. La decisione, dunque, arriverà solo quando ci sarà maggiore chiarezza, ma ha poi aggiunto che lo scenario in ogni caso non è il peggiore di quelli possibili, perché nei Paesi dove le moratorie sui prestiti si sono già concluse le banche stanno mostrando una buona resilienza.
Questo anche perché i clienti hanno ripreso nella stragrande maggioranza dei casi a pagare le rate dei loro debiti, in linea con lo scenario centrale delle proiezioni Bce. Ciò nonostante, la rilevazione fatta su 143 istituti di credito dell’intera eurozona rivela che tra luglio e settembre scorsi le banche europee hanno iniziato ad inasprire gli standard creditizi per la concessione di prestiti alle aziende e mutui alle famiglie. Segno che c’è un minor fabbisogno di liquidità di emergenza rispetto al trimestre precedente, ma anche di una crescente preoccupazione che non promette bene per i consumi e le attività economiche ancora sotto pressione.