Freddato il rampollo della ‘Ndrangheta, pugnalato dal capo ultras dell’Inter

Ennesimo fatto di sangue nella curva dell'Iter: il capo ultras Beretta accusato dell'omicidio del giovane boss di 'ndrangheta Bellocco

Freddato il rampollo della ‘Ndrangheta, pugnalato dal capo ultras dell’Inter

Ridevano e scherzavano insieme martedì su un campo di calcetto nel “Derby di Milano tra fratelli”. Diciassette ore dopo, tentavano di uccidersi a vicenda. E c’è scappato il morto. Che non è uno qualsiasi, ma Antonio Bellocco, erede di una delle più potenti locali di ‘ndrangheta della Lombardia, quella di Pioltello. A infilargli un coltello in gola, un altro nome assai noto a San Siro, Andrea Beretta, capo ultrà della curva dell’Inter.

Ed è proprio nel marcissimo sottobosco della curva nerazzurra, protagonista di ormai innumerevoli fatti di sangue, infiltrata da racket e giri di droga, che è maturato il delitto di oggi. Secondo alcune voci, Bellocco era riuscito a mettere un piede nella gestione del secondo anello verde di San Siro, ma il suo arrivo non sarebbe piaciuto a Beretta e i dissapori ieri sarebbero esplosi definitivamente.

Il litigio nella Smart, gli spari e le coltellate

Secondo una prima ricostruzione, i due sono stati visti ridere e scherzare e poi uscire assieme dalla “Testudo” palestra di Cernusco sul Naviglio, luogo di ritrovo degli ultras nerazzurri e di membri di CasaPound, dove Beretta si stava allenando. Sono saliti insieme sulla Smart di Bellocco dove sarebbe iniziato un furioso litigio.

Bellocco avrebbe sparato per primo un colpo di pistola che ha ferito ad un’anca Beretta, il quale a sua volta, con un coltello, ha inferto due colpi alla gola all’“amico”, uccidendolo. “Non avevo alternativa, mi sono difeso”, ha detto Beretta al suo legale, Mirko Perlino, prima di essere arrestato.

L’ennesimo omicidio nella curva dell’Inter

A indagare sull’ennesima storiaccia che insanguina la curva Nord sarà il pm Paolo Storari, già titolare delle indagini sull’omicidio di Vittorio Boiocchi (di cui Beretta era fedelissimo), freddato a pistolettate il 29 ottobre 2022 sotto la propria abitazione alla periferia di Milano.

Il cv criminale del capo ultras Beretta

Una lunga storia criminale, quella di Beretta, condannato lo scorso ottobre ad una multa per il violento pestaggio di un ambulante che stava vendendo foto di calciatori e altri gadget davanti allo stadio Meazza, prima della partita di Champions League Inter-Liverpool del febbraio del 2022. Durante il pestaggio gli avrebbe detto: “i napoletani non li vogliamo”.

A luglio era stato condannato a 6 mesi, pena sospesa, come l’ex calciatore Davide Bombardini, per una storiaccia di recupero crediti, con un’accusa riqualificata dai giudici da tentata estorsione ad esercizio arbitrario delle proprie ragioni. Nel provvedimento con cui i giudici della Sezione misure di prevenzione di Milano confermavano per lui la sorveglianza speciale si parla di “episodi minatori e violenti”, che avrebbe messo in atto “per molti anni”, con “segnalazioni e condanne” che “partono nel 2008 e si dispiegano fino al 2022 anche in pendenza dei Daspo”.

Il capo ultrà era stato arrestato nel febbraio 2020 dalla Polizia per la violazione di un Daspo, dopo gli incidenti avvenuti prima di un derby Inter-Milan, durante i quali circa 200 tifosi avevano lanciato petardi e bottiglie di vetro contro le forze dell’ordine davanti allo stadio. Era tornato ai domiciliari, sempre per la violazione di un Daspo, nel dicembre di due anni fa.

Antonio Bellocco, il rampollo del clan di Rosarno

Di tutt’altra caratura criminale, invece, Antonio Bellocco: 36 anni, residente a Pioltello, figlio e nipote di due capi dell’omonimo clan di Rosarno (RC), una delle più potenti e temute famiglie calabresi a livello globale. Il padre, Giulio, è morto a inizio anno nel carcere di Opera, dove si trovava rinchiuso in regime di 41-bis.

Lo stesso Antonio aveva già alle spalle condanne per gravissimi episodi legati alla criminalità organizzata. Arrestato da incensurato, Antonio Bellocco scelse il rito abbreviato, venendo condannato a 14 anni.  Nel corso degli anni la famiglia Bellocco era riuscita ad infiltrarsi nell’economia legale milanese, fino a mettere le mani sulla “Blue Call”, colosso dei call center.

Avvicinatosi circa un anno fa agli ambienti del tifo organizzato dell’Inter, Bellocco era divenuto una figura fissa tra gli ultras nerazzurri. Grandissimo amico dell’attuale capo della curva nerazzurra Marco Ferdico, proprio nelle tante storie pubblicate su Instagram da quest’ultimo,

Bellocco compare come vero protagonista della tifoseria milanese. In una li si vede insieme in chiesa, in occasione del battesimo della figlia di Ferdico. In un altro post, accompagnato dalla frase “los amigos”, si vedono insieme, sorridenti, Bellocco e Beretta.