Prima o poi se alle parole non seguono i fatti, le promesse evaporano e sul tavolo non resta nulla. Così in sintesi si potrebbe sintetizzare questo scampolo di inizio legislatura e di governo presieduto da Giorgia Meloni. Troppi flop, troppi “appuntamenti” mancati e così, inevitabilmente, i sondaggi dimostrano un calo pesante della fiducia riposta dagli italiani nel governo. Sebbene, a conti fatti, i rappresentanti della maggioranza sono pressoché onnipresenti in Tv.
Gli ultimi sondaggi dimostrano un calo pesante della fiducia riposta dagli italiani nel governo Meloni
Ma partiamo dai sondaggi. Secondo l’ultima rilevazione Supermedia-Youtrend/Agi, Fratelli d’Italia perde ancora punti percentuali importanti e non arriva a raggiungere il 29 per cento. Un dato importante, considerando che il mese scorso (e per un lungo periodo) FdI è stata sempre sopra la soglia del 30. Con il suo 28,8 per cento (-0,9) la formazione politica della premier resta comunque al primo posto, tallonata però dal Pd di Elly Schlein che si distacca di meno di 9 punti percentuali. I dem sono infatti al 20,1 per cento e guadagnano lo 0,4 rispetto alla scorsa settimana restando saldi al secondo posto tra le preferenze degli italiani.
Per quanto riguarda gli altri partiti di centrodestra, come raccontava ieri Repubblica, è presto per sapere se il ricovero di Silvio Berlusconi possa influire sulle scelte degli elettori. Dall’ultima rilevazione Supermedia-Youtrend risulta che Forza Italia ha guadagnato lo 0,3 per cento nei giorni scorsi, raggiungendo il 6,9%. Recupera qualcosa anche la Lega di Matteo Salvini che con lo 0,3 in più arriva all’8,8%. Mentre il Movimento cinque stelle rimane stabile al 15,7%.
Il Tg2 ha dato più del 50% degli spazi al premier Meloni. Eppure i consensi continuano a calare
E tutto questo, nonostante la strapresenza televisiva di Fratelli d’Italia. I dati del mese di febbraio, raccolti dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom), confermano la visibilità garantita al centrodestra nel suo complesso. Su tutti spicca la stessa Meloni, che nelle edizioni del Tg1 di febbraio ha coperto un tempo di parola pari al 18,4%, considerando partiti e attori istituzionali. Significa che la sua voce è andata in onda per 16 minuti e 51 secondi.
Tanto per dire: il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha avuto uno spazio del 4,6%, poco sopra i quattro minuti. Ancora più visibilità è stata riservata ai rappresentanti del governo, siano ministri o sottosegretari: hanno parlato durante le edizioni del telegiornale, oggi diretto da Monica Maggioni, per il 26,4% degli spazi di informazione politica. Lo strapotere mediatico dell’esecutivo è ancora più palese sul tempo di notizia, che è lo spazio riservato ai fatti relativi a determinate figure istituzionali o a partiti politici.
Tenendo in considerazione tutte le edizioni di febbraio del Tg1, la presidente del Consiglio e il governo insieme hanno sfiorato il 50%: il 32% è stato garantito a Meloni e il 17,32 a ministri e sottosegretari. Staccato il capo dello Stato Mattarella, al 12,6%. Un trend non dissimile si registra sulle edizioni principali del Tg2 (ore 13 e 20.30): mettendo insieme premier, governo e FdI si vola sopra il 51% di copertura. Per quanto riguarda i tempi di notizia, la sola Meloni ha coperto il 35% degli spazi complessivi del telegiornale di Roberto Rao.
Il punto vero è che sin dall’inizio questo governo si è distinto per figuracce e per promesse poi di fatto non mantenute. Prova ne sia il taglio delle bollette o lo stop all’obbligo del Pos. Di contro, però, tanto la Meloni quanto Ignazio La Russa (tanto per citarne uno) hanno collezionato figure e dichiarazioni poco encomiabili riguardo a fatti storici di rilevanza nazionale, come la strage delle Fosse Ardeatine e l’attentato di via Rasella.