La vittoria è del Rassemblement National di Marine Le Pen, ma le elezioni legislative in Francia non sono ancora chiuse. La partita si deciderà al secondo turno, un ballottaggio in cui ci sarà una sorta di fronte repubblicano schierato contro l’ascesa dell’estrema destra.
Al primo turno il partito che ha come frontman Jordan Bardella ha ottenuto il 33,1% dei voti: secondo Ifop vorrebbe dire eleggere tra i 240 e i 270 deputati, mentre per Elabe tra i 260 e i 310 seggi. Differenza di non poco conto, se consideriamo che la maggioranza assoluta è fissata a quota 289.
Le elezioni legislative in Francia: i risultati
Al primo turno, in realtà, i seggi assegnati sono pochissimi e per questo motivo le proiezioni sono ancora poco attendibili. Bisognerà attendere il secondo turno, ma intanto il partito del presidente Emmanuel Macron parte dal 20%: meglio delle europee di neanche un mese fa, ma con soli 60-90 deputati secondo Ifop e 90-120 per Elabe. L’azzardo del voto anticipato non sembra premiarlo.
Meglio è andata alla sinistra del Nuovo Fronte Repubblicano intorno al 28%, tra i 180 e i 200 deputati secondo Ifop e tra i 115 e i 145 per Elabe. Più indietro i Repubblicains rimasti contro Eric Ciotti (che si è schierato con Le Pen), al 6,7% e tra i 30 e i 50 seggi.
L’estrema destra, quindi, può davvero ottenere la maggioranza assoluta all’Assemblea Nazionale in Francia. Ci spera soprattutto Bardella, che diventerebbe premier. Il successo del Rn sta soprattutto in un dato: alle legislative del 2022 aveva preso poco più del 18% e 89 seggi, oggi quasi il doppio del voto. L’altro dato di queste elezioni è l’alta affluenza, che ha raggiunto il 66,7%, ovvero venti punti in più delle legislative del 2022.
La situazione dopo il primo turno
Come detto, la maggior parte dei seggi verrà assegnata al secondo turno. Ce l’ha fatta al primo, nel suo fortino, Marine Le Pen, che ha superato il 50% dei voti. Così come uno dei suoi fedelissimi, Sebastien Chenu. Ma è ancora presto per fare pronostici sul secondo turno.
In più di 250 seggi potrebbero esserci tre candidati, ma i partiti ora hanno poche ore per decidere se confermare i loro candidati o ritirarne la corsa. Contro l’estrema destra, infatti, prende piede un patto di desistenza. Evocato da Macron che parla di manifestazione “ampia, chiaramente democratica e repubblicana per il secondo turno”.
Ma ancora più esplicita è la sinistra, con Raphael Glucksmann che definisce il secondo turno “un referendum per impedire al Rn di ottenere una maggioranza assoluta”. Jean-Luc Melenchon afferma chiaramente che ritirerà tutte le candidature dove Rn è in testa e il Nuovo Fronte Repubblicano è in terza posizione. Per favorire così i candidati macroniani. Un patto per arginare Le Pen sembra quindi probabile, mentre non dovrebbero dare indicazione di voto i Repubblicani. Si decide, quindi, tutto domenica 7 luglio.