di Stefano Iannaccone
Rivendica di aver previsto tutto: “L’Italia poteva anticipare gli altri Paesi”. E ricorda: “È stato Renzi a cancellare la norma che ora vuole l’Ue”. Infine punta il dito contro Lussemburgo e Irlanda: “Basta paradisi fiscali in Europa”. Il presidente della commissione Bilancio della Camera, Francesco Boccia (Pd), a La Notizia parla dei giganti del web e della loro tassazione.
Fu molto criticato per la cosiddetta Web Tax. E ora?
La politica era arrivata prima. Ma abbiamo ancora dovuto aspettare la magistratura. All’inizio della legislatura avevo presentato una proposta di legge firmata da un centinaio di deputati.
E perché si è incagliata?
La proposta fu approvata. Ma con il dissenso di Renzi. All’epoca, da segretario del Pd, spinse il presidente del Consiglio, Enrico Letta, a rinviarne l’entrata in vigore. La ratio era di far pagare l’Iva nel Paese in cui si genera il profitto, come vuole ora l’Ue. Alla fine la legge fu spacchettata, lasciando in vigore solo la tracciabilità.
Ora può dire a Renzi che l’Italia era precursore sul tema…
Ce lo siamo detti molte volte. Con alcuni ricercatori avevamo capito che era in atto la rivoluzione dell’economia digitale. Non tutti lo hanno capito, dicevano di lasciar libero il web, attendendo leggi europee.
Ma l’Europa era in ritardo…
Le lobby delle multinazionali a Bruxelles erano molto forti. Ma le cose stanno cambiando, lo hanno capito anche le società. E sanno che guadagneranno di meno.
Che ruolo può avere ora l’Ue?
Si deve pagare la stessa Iva in tutti i Paesi. Chi non è d’accordo esca dall’Europa: non è più possibile avere paradisi fiscali.
Juncker toglie i vantaggi al Lussemburgo?
Deve. In Italia, la stima del gettito con nuove norme, è di 30 miliardi di euro. Ed è destinato a crescere.
E la sinistra? Non ha saputo tutelare fisco e lavoro.
Non ha compreso la rivoluzione ed è venuta meno sui suoi valori principali. È inammissibile che la ricchezza sia concentrata in poche aziende. Questa è un’ipocrita modernità.
Comunque oggi può dire “lo avevo detto”…
Provo tristezza: è arrivata prima la Finanza. Ed è brutto sentirsi dire “hai ragione” solo dopo.
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