Francesca Mannocchi è una giornalista freelance che ha vinto diversi premi e si è distinta come inviata in Afghanistan prima ed oggi in Ucraina, raccontando del conflitto prima ancora dell’invasione della Russia.
Francesca Mannocchi, chi è: marito e figli
Francesca Mannocchi è nata nel 1981 a Lugano, in Svizzera. Dopo la laurea in Storia del cinema è diventata una giornalista freelance collaborando con diverse testate come L’Espresso, Internazionale, Rai3, SkyTg24, La7 e altre internazionali come Al Jazeera English, The Guardian e The Observer.
La Mannocchi è sposata con Alessio Romenzi. Ex operaio siderurgico alla Thyssen-Krupp di Terni, si è trasferito un giorno a Gerusalemme diventando uno dei principali fotografi di guerra al mondo. La giornalista ha anche un figlio di nome Pietro.
Francesca Mannocchi: malattia
Su L’Espresso Francesca Mannocchi ha raccontato della sua malattia, la sclerosi multipla. “La sclerosi mi ha insegnato un nuovo modo di sorridere”. Nell’articolo continua “La medicina la definisce una malattia potenzialmente disabilitante del cervello e del midollo spinale, il sistema nervoso centrale, per intenderci”
Francesca Mannocchi: libri
Per Giulio Einaudi Editore ha pubblicato nel 2019 Io Khaled vendo uomini e sono innocente. Nello stesso anno Porti ciascuno la sua colpa. Nel 2021 “Bianco è il colore del danno” (Einaudi Stile Libero), in cui fa una descrizione della malattia, la scoperta, le conseguenze su di sé, sui rapporti umani, sulla maternità e il concetto stesso di corpo.
Ucraina e Afghanistan
Francesca Mannocchi è una delle prime giornaliste italiana freelance a raccontare il conflitto in Ucraina. Anzi prima che iniziasse era già al confine a raccontare.
Inoltre, la giornalista ha raccontato in un reportage e in un podcast il potere dei talebani in Afghanistan. Scrive nel presentare il progetto del podcast: “Sono tornata a incontrare le cittadine e i cittadini afgani, lungo le strade di Kabul, nelle corsie degli ospedali, alle cose per gli aiuti alimentari, nelle scuole clandestine delle giovani ragazze e delle loro insegnanti che provano a resistere alle imposizioni e le censure del nuovo governo, e sono tornata nel cuore del consenso talebano, la città del Mullah Omar, da cui tutto partì, nel 1994: Kandahar”.