L’impegno richiesto è di “valutare le modalità per dare seguito al dettato costituzionale in materia di divieto di riorganizzazione del disciolto partito fascista e alla conseguente normativa vigente, adottando i provvedimenti di sua competenza per procedere allo scioglimento di Forza Nuova e di tutti i movimenti politici di chiara ispirazione fascista, artefici di condotte punibili ai sensi delle leggi attuative della XII disposizione transitoria e finale della Costituzione repubblicana”: a distanza di 12 giorni dalla manifestazione a Roma contro il Green Pass, culminata con l’assalto della formazione di estrema destra guidata da Roberto Fiore (nella foto) e Giuliano Castellino alla sede nazionale della Cgil (leggi l’articolo), il Senato ha approvato ieri l’odg unitario nel quale sono confluite le 4 mozioni proposte da Pd, Leu, M5s e Italia viva sullo scioglimento dei movimenti neofascisti (leggi l’articolo).
L’ordine del giorno sottoscritto anche dal gruppo delle Autonomie, che resta un atto di indirizzo al governo, è stato riformulato però in maniera differente rispetto ai testi di partenza, quello del Pd, ad esempio, impegnava il governo “a dare seguito al dettato costituzionale” e non “ a valutare”. Stesso discorso per il dispositivo del centrodestra, che a sua volta aveva presentato una mozione sull’impegno a contrastare tutte le forze eversive (mentre un’altra di FdI contro il fenomeno dei totalitarismi è stata ritirata e sarà ripresentata la prossima settimana): rivista e corretta dopo una pausa dei lavori richiesta dalla capogruppo dem Simona Malpezzi, alla fine, entrambi i testi sono stati approvati dall’Aula per alzata di mano, con la Malpezzi che però ha rimarcato il fatto che rispetto alle terribili violenze compiute da Forza nuova, il Parlamento aveva la possibilità di approvare con una voce sola un atto di indirizzo politico al governo, chiedendo l’applicazione della nostra Costituzione che vieta la ricostituzione del partito fascista.
“Sull’antifascismo dovremmo essere tutti d’accordo, tutti uniti senza nessuna ambiguità o distinzione – ha spiegato -. Mi sarei aspettata unità. Non abbiamo mai chiesto lo scioglimento di un partito di destra, ma di un partito che si dichiara apertamente fascista e che agisce con metodi violenti e sovversivi”. Chiara in questo senso anche la posizione del segretario nazionale della Cgil Maurizio Landini che ieri a Porta a Porta su RaiUno ha ricordato che “Forza Nuova ha assaltato la Cgil e prima la sede dell’Espresso, ha menato giornalisti, si richiama espressamente al fascismo non solo in termini di idee e pratica apertamente la violenza, è sotto gli occhi di tutti” e che la famosa legge Scelba “permetterebbe al governo di fare un atto molto preciso: la richiesta di Cgil, Cisl e Uil è chiara e lo chiedevamo già da anni, ricordiamo che i loro capi sono arrestati e in galera. Cosa altro serve? Lo Stato – sottolinea il leader sindacale – deve essere forte quando viene attaccata la democrazia, ne va della sua credibilità”.
Come d’intesa con Lega e Forza Italia, FdI non ha partecipato al voto: critica la posizione del partito di Giorgia Meloni e, attraverso il suo capogruppo a Palazzo Madama Luca Ciriani ha fatto notare come “la sinistra ha chiesto e imposto questa discussione, sembrava che l’Italia dovesse cadere da un momento a un altro sotto la dittatura fascista, e invece adesso assistiamo a un Senato semi deserto. E questo perché il fascismo è fortunatamente soltanto un’emergenza elettorale”. Sulla mozione del centrodestra, invece, ad astenersi sono stati Pd, M5S, Iv e Leu. Oggi la palla passa alla Camera dove l’Aula esaminerà a sua volta le mozioni presentate dal centrosinistra sullo scioglimento di Forza Nuova.