Forza Italia dopo Berlusconi: è ancora presto per decretare la fine o la continuità del partito. I sondaggi danno in rialzo il partito fondato dal Cavaliere ma sarà importante capire chi riuscirà a tenere insieme il gruppo dopo la morte del suo leader.
Forza Italia dopo Berlusconi: è la fine?
La morte di Silvio Berlusconi ha aperto sicuramene uno spartiacque all’interno del partito di Forza Italia. Senza il suo leader, qualcosa se non tutto potrebbe cambiare. Da una parte la scomparsa di Silvio Berlusconi sembra non aver ancora avuto effetti rilevanti sugli equilibri nei consensi espressi dai cittadini, anche se Forza Italia ha guadagnato qualcosa rispetto alla settimana precedente. La rilevazione effettuata da Swg per il TgLa7 conferma il primato di Fratelli d’Italia, nettamente davanti al Pd.
Pare che il partito si trovi in una situazione finanziaria non florida con diversi milioni di euro di disavanzo registrati nel bilancio. Resterà da capire chi terrà insieme il partito e se ci riuscirà, con l’uscita di scena di un discusso ma anche carismatico personaggio politico come il Cavaliere.
Gianfranco Miccichè suggerisce di eliminare il simbolo: “Il 30% dei voti arrivava da lui”
Gianfranco Miccichè ha contribuito alla fondazione di Forza Italia e per 25 anni è stato uno degli uomini forti dalla Sicilia di Berlusconi. Miccichè crede che il futuro del partito dopo la morte del suo leader sia a rischio. “Non ci sarà più Forza Italia. Muore con Silvio. E’ un fatto scontato. Il nostro non è un partito da congresso per sapere chi prende la direzione del partito. Assisteremo alla lite su chi è proprietario del simbolo, a chi non lo è, già so come andrà a finire…”.
“Morto un Papa se ne fa un altro, morto un Berlusconi invece no – ha dichiarato a La Sicilia -. Ho detto che con Berlusconi muore anche Forza Italia, ma ero avvilito. Non lo so se il partito sopravviverà, ma non la vedo facile: chi dice che non cambierà nulla è fuori dal mondo”.
Secondo Miccichè c’è da capire per il futuro: “Il primo passaggio che si deve fare – spiega a ‘Repubblica’ – è quello verso il partito popolare europeo. Lo vogliamo a trazione a destra o a trazione moderata? Immaginiamo che il cosiddetto modello Ursula sia quello da seguire? Tocca a Tajani prospettare la soluzione migliore per il partito, a prescindere da cosa gli piace. Se lui immagina di fare proposte che sono quelle che gli chiede Giorgia Meloni, è probabile che il partito non arrivi nemmeno all’estate. Prima c’era Berlusconi, che garantiva per tutti. Oggi non è più così, lo dico con dolore. Occorre chiarezza sulla linea politica”.