No, e ancora no, al condono inserito nel decreto Sostegni. E’ quello che pronunciano i sindacati nel corso delle audizioni svolte al Senato. Un no, infine, che fa a pugni con la richiesta avanzata nelle stesse ore da Forza Italia di allargare le maglie della rottamazione dei debiti col fisco. Gli azzurri tra gli emendamenti “migliorativi” al decreto, preannunciati nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Madama, propongono l’ampliamento della cancellazione delle cartelle con la estensione fino al 2015, l’aumento della soglia da 5mila a 10mila euro e del limite di reddito da 30mila a 40mila euro.
In linea con gli umori della Lega che, in sede di approvazione del testo in Consiglio dei ministri, si è resa protagonista di un duro braccio di ferro col Pd e Leu che dicevano no a una sanatoria dalle maglie troppo larghe, e che alla fine si è dovuta accontentare della mediazione di Mario Draghi. Ovvero soglia a 5mila euro per le cartelle esattoriali da stralciare, ma nel periodo 2000-2010, anziché fino al 2015, e solo per chi non supera i 30mila euro di reddito. Ma anche questo compromesso viene respinto al mittente dai sindacati. “Siamo di fronte a un provvedimento importante, da 32 miliardi”, però “non ci convince il condono fiscale: esiste il problema del cosiddetto magazzino ma un conto è cancellare ciò che è realmente irrecuperabile, altro è arrivare a forme che assumono carattere di condono fiscale”, ha dichiarato il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini.
Stessa musica da casa Cisl. Il sindacato guidato da Luigi Sbarra si dice “contrario a qualsiasi condono fiscale”, è “iniquo e ingiusto nei confronti di milioni di contribuenti onesti, tra questi i lavoratori dipendenti e pensionati”. La Uil chiede al Parlamento di stralciare dal decreto Sostegni la rottamazione delle cartelle “perché è una vergogna e rappresenta uno schiaffo in faccia ai lavoratori dipendenti, autonomi, ai pensionati e alle imprese che fanno fino in fondo il loro dovere con il fisco”. Dall’altra parte della barricata il partito di Silvio Berlusconi. “La possibilità di rottamare le cartelle esattoriali dovrebbe valere per tutti, non solo fino al 2010, ma fino al 2015, ma in questa fase va estesa almeno a tutte le realtà interessate dai risarcimenti, senza alcun limite di fatturato, e portando la soglia a 20mila euro”, dice Roberto Occhiuto, capogruppo FI alla Camera.
“L’anno fiscale bianco, che è tra le priorità di Forza Italia, non è un condono, ma solo un regalo all’Agenzia delle entrate che può svuotare il magazzino dopo non aver saputo svolgere il suo lavoro”, commenta la presidente dei senatori di FI Anna Maria Bernini (nella foto). “Stiamo studiando un’eventuale riforma da mettere in campo per l’Agenzia delle Entrate”, ha detto il sottosegretario leghista al ministero dell’Economia e delle Finanze, Claudio Durigon secondo cui, con 137 milioni di cartelle, “non solo è improbabile che si possa recuperare, ma i continui richiami per i pagamenti rappresentano un costo oggettivo dell’Agenzia, quindi è necessaria una norma ordinamentale per darle respiro”. Il sottosegretario prevede poi che nel prossimo decreto ci sia uno spostamento delle rottamazioni in un lasso di tempo un po’ più lungo, sperando che “l’economia riparta e dia la possibilità a chi ha avuto problemi economici di pagare”.