Non bastava l’infornata degli economisti e professori ultras liberisti alla corte di Draghi – su tutti ricordiamo Carlo Stagnaro e Riccardo Puglisi – l’esecutivo dei migliori rispolvera adesso vecchi arnesi del mondo accademico e dell’universo della finanza. Parliamo di antiche glorie come Fornero, Guzzetti, Tarantola.
“Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Bruno Tabacci, in forza della delega ricevuta dal presidente Mario Draghi in materia di coordinamento della politica economica e programmazione degli investimenti pubblici di interesse nazionale, ha provveduto – si legge sul sito del Dipe – con due distinti decreti già registrati a istituire un Consiglio d’indirizzo che avrà il compito, a titolo gratuito, di orientare, potenziare e rendere efficiente l’attività programmatica in materia di coordinamento della politica economica presso il Dipe”.
Questo organismo sarà presieduto dallo stesso Tabacci con il coordinamento del numero uno del Dipe, Marco Leonardi. Vale a dire i nuovi super esperti finiscono più o meno sotto lo stesso ombrello che ha dato riparo ai consulenti amanti del mercato della prima imbucata. Gli illuminati nominati ieri sono il giornalista e vicepresidente Assolombarda Antonio Calabrò; Patrizia De Luise (Confesercenti); Giuseppe De Rita (Censis); Elsa Fornero (economista, docente ed ex ministro del governo Monti); Giuseppe Guzzetti (ex Fondazione Cariplo, ex Acri); Alessandra Lanza (economista, partner di Prometeia, ex Fmi, Sace e Intesa Sanpaolo); il sociologo Mauro Magatti; l’ex segretario generale della Camera Mauro Zampini e l’ex vice segretario Alessandro Palanza; l’ex presidente Rai Anna Maria Tarantola; il magistrato, ex presidente del Consiglio di Stato ed ex sottosegretario al ministero dell’Interno col governo Prodi, Alessandro Pajno; la direttrice generale del personale del Mef Monica Parrella; la docente della Bocconi Paola Profeta; l’ex assessora al Bilancio di Ignazio Marino, Silvia Scozzese; l’esperta di politiche del Welfare Alessandra Servidori.
Come dire la restaurazione è servita. Se lasciano perplessi nomi come quello di Guzzetti – ex presidente della Regione Lombardia e numero uno per tanti anni della potente Fondazione Cariplo e dell’Acri (l’associazione che riunisce tutte le fondazioni di origine bancaria in Italia) attiva nel Terzo settore come sul proscenio della finanza – e della Tarantola, già dirigente della Banca d’Italia e poi alla presidenza di mamma Rai, il nome che al momento fa più scalpore è forse quello della Fornero.
La paura è che possa avere voce in capitolo nel decidere come superare Quota 100, fortemente voluta dal Carroccio nel 2018. L’incubo di tutti è appunto che si possa ritornare alle regole previdenziali annunciate tra le lacrime dall’allora ministro del Lavoro del governo guidato da Mario Monti che prevedono per la pensione di vecchiaia un minimo di 67 anni di età e 20 anni di contributi (mentre per la pensione anticipata servono 42 anni e 10 mesi di contributi). “Esaurita Quota 100, è impensabile un ritorno alla legge Fornero”, ha avvertito il M5S.
Mentre la Lega, che proponeva l’esilio per l’economista, presenta un’interrogazione al ministro del Lavoro, Andrea Orlando, spiegando che “indubbiamente la scelta di Elsa Fornero non è – per gli interroganti- sinonimo di tranquillità e serenità rispetto ad eventuali interventi in materia pensionistica, anche alla luce della prossima scadenza della sperimentazione di ‘Quota 100’”. Orlando, ricordiamo, ha convocato i sindacati sulla previdenza per martedì 27 luglio.