Chi si aspettava risposte da Fontana in Consiglio regionale sull’affaire camici, è rimasto deluso. Chiamato in Aula da M5S, il presidente della Lombardia ha disertato la riunione mandando al suo posto l’assessore all’Ambiente Raffaele Cattaneo, che, però, appellandosi al segreto giudiziario ha dribblato ogni domanda dei consiglieri. Il fedelissimo di Attilio Fontana, in un lungo monologo, prima si è lanciato nell’ennesima autodifesa del Pirellone e dopo ha scaricato ogni responsabilità sul governo.
“Perché la Regione Lombardia a metà marzo ha dovuto prima lanciare un appello pubblico e poi istituire una task force per occuparsi del reperimento dei dispositivi di protezione individuale? Per supplire alle mancanze di un Governo che il 31 gennaio ha dichiarato lo stato di emergenza” ma il cui “primo atto è stato la nomina del commissario Arcuri il 17 marzo”, “un mese e mezzo dopo”. Per questo le strade erano due o “rimanere sul divano di fronte a questa inadempienza, e non l’abbiamo voluto fare” o rimboccarsi le maniche e agire.
“Cattaneo è in grande difficoltà: doveva riferire in aula e si è lanciato in un teatrino imbarazzante, condito di discutibili attacchi al Governo, dimostrando che la Giunta non ha la lucidità per affrontare il post Covid”, ha detto il capogruppo 5s in Lombardia, Massimo De Rosa, secondo cui “abbiamo chiesto a Fontana di riferire su fatti precisi” ma “l’Assessore non ha chiarito proprio nulla”.