“I leader del centrodestra, come a più riprese anche singolarmente dichiarato, riconfermano il presidente Attilio Fontana come candidato della coalizione per le prossime elezioni regionali in Lombardia.
Ora è ufficiale. Il governatore uscente Attilio Fontana è il candidato del centrodestra alle prossime elezioni regionali in Lombardia
Il valore del centrodestra unito, la nostra compattezza e la nostra coerenza sono la garanzia per proseguire il cammino comune di buongoverno, basato sulla centralità dei bisogni dei cittadini e delle comunità”. Ora è ufficiale. Il presidente uscente di Regione Lombardia Fontana è il candidato del centrodestra.
Lo affermano i leader che con un certo sprezzo del ridicolo ieri si sono lanciati in mirabolanti dichiarazioni che stridono con qualsiasi senso di realtà. “Fontana ha svolto un lavoro incredibile”, dice il coordinatore regionale lombardo della Lega Fabrizio Cecchetti elencando tra i meriti il “superamento della pandemia” come se i disastri di Fontana e Gallera fossero già dimenticati: “Ha svolto una campagna vaccinale da record, ha rilanciato la sua economia e il suo tessuto produttivo come confermano tutti gli indicatori economici, occupazionali e produttivi, ha avviato riforme sociali, per l’ambiente e il territorio.
Fontana sta facendo correre come una Formula 1 la nostra Regione”, spiega Cecchetti. Licia Ronzulli, presidente del gruppo Forza Italia al Senato e coordinatrice del partito in Lombardia, spiega la ricandidatura di Fontana come “conseguenza naturale del gran lavoro svolto negli ultimi cinque anni”.
Il copione è chiaro: ripetere bugie allo sfinimento sperando che nei prossimi mesi possano sembrare quasi vere. Intervengono in pochi (e poco rilevanti) dalle parti di Fratelli d’Italia: Giorgia Meloni ha da tempo deciso di lasciare la Lombardia al suo alleato Salvini per puntare alla presidenza della Regione Lazio e la leader di Fratelli d’Italia sa benissimo che sulla candidatura di Fontana si giocherà inevitabile battaglia interna della Lega con Zaia e Fedriga già pronti a fare pesare un eventuale passo falso del sempre più quasi ex segretario Matteo Salvini.
Così, mentre il cosiddetto Terzo polo anche ieri ha passato tutta la giornata a pestare i piedi perché il Partito democratico non ci è cascato al travestimento di Letizia Moratti da nuova stella del progressismo, ora rimane il campo del centrosinistra a dover ufficializzare i passi per le prossime elezioni regionali.
Con l’ex sindaco di Milano Giuliano Pisapia poteva tornare l’asse giallorosso
Decaduta la possibilità di candidatura dell’economista Carlo Cottarelli che si è ritirato dalla corsa per l’apparentamento di Renzi e Calenda con Letizia Moratti in campo – ancora per qualche ora – rimaneva la possibilità che fosse l’ex sindaco di Milano Giuliano Pisapia (ora europarlamentare) a mettere tutti d’accordo facilitando la formazione di un campo largo che poteva comprendere anche il Movimento 5 Stelle.
Non sarà così e il percorso si fa più tortuoso e presumibilmente servirà tempo prima che si organizzino le primarie, si ufficializzi un candidato e si riesca a costruire una base programmatica da “offrire” agli alleati da aggregare. I dirigenti regionali sono chiari: non c’è nessuna possibilità che il Pd pensi nemmeno lontanamente a un appoggio a Letizia Moratti, nonostante l’ex sindaca di Milano si affanni in queste ore a chiamare chiunque conosce implorando l’appoggio.
Pisapia: “Ci ho pensato seriamente. Ma credo che la soluzione migliore per il centrosinistra e per il civismo sia quella di cambiare schema”.
Giuliano Pisapia si è dichiarato non disponibile aprendo, dunque, la strada delle primarie, che nel partito chiedono da tempo. “Desidero ringraziare le tantissime persone che mi hanno manifestato la loro stima e il loro affetto. Ci ho pensato seriamente – dice al Corriere Pisapia – ma credo che la soluzione migliore per il centrosinistra e per il civismo sia quella di cambiare schema”.
Alcuni nomi sono già di fatto in campo da tempo. Pierfrancesco Maran, assessore al Comune di Milano, ha iniziato il suo tour della Lombardia con un’iniziativa dal titolo inequivocabile: “Cominciamo da capo”. Maran nonostante la giovane età, 42 anni si è occupato di deleghe pesanti come Mobilità e Urbanistica ed è stato uno dei protagonisti della svolta “arancione” che determinò la sconfitta di Letizia Moratti per mano di Giuliano Pisapia.
Impegnata in eventi regionali è anche Stefania Bonaldi, ex sindaca di Crema che non aveva lesinato critiche al Pd nelle ultime elezioni politiche dove era stata candidata in posizione praticamente impossibile. Al segretario regionale Vinicio Peluffo piacerebbe una discesa in campo anche del sindaco di Brescia Emilio Del Bono che è riuscito nella difficile impresa di arginare le destre in una città che era feudo della Lega.
Del Bono è un nome gradito anche alla dirigenza nazionale che vorrebbe provare a forzare – nel caso di un no da parte di Pisapia – il suo nome senza passare dalle primarie. “Opzione impossibile” fanno sapere però alcuni membri della segreteria. A sinistra Vittorio Agnoletto (di Medicina democratica) ha già dato la sua disponibilità per competere alle primarie.
Si attende invece la posizione del Movimento Cinque Stelle che da giorni continua a ripetere di “non voler ragionare sui nomi ma sui contenuti”. Pesa, va però detto, anche la mancanza di una decisione netta da parte di Giuseppe Conte che pure nella sua ultima conferenza stampa in cui ha parlato di elezioni regionali non ha preso posizione sulle vicende lombarde. Anche perché in Lombardia il M5S pesa molto meno del dato nazionale. E alla fine questo conterà.