Il cardinale Angelo Becciu è indagato per associazione a delinquere e spunta anche una telefonata con Papa Francesco, registrata di nascosto, in cui si parla di fondi della Chiesa utilizzati per pagare il riscatto di una suora rapita.
Nuovo colpo di scena nella vicenda che ruota attorno ai fondi milionari della Segreteria di Stato vaticana
C’è un nuovo colpo di scena nella vicenda che ruota attorno ai fondi milionari della Segreteria di Stato vaticana. Becciu sarebbe coinvolto con altre persone in una presunta associazione a delinquere nel filone d’indagine aperto dal promotore di giustizia vaticano Alessandro Diddi, che ha riferito dell’esito della rogatoria per l’ipotesi di reato associativo, nell’ambito della quale il Tribunale di Sassari ha trasmesso in Vaticano i risultati degli accertamenti condotti sulla cooperativa Spes di Ozieri, guidata dal fratello del cardinale Becciu, Antonino.
Per quanto riguarda invece la telefonata – la cui trascrizione è stata pubblicata dall’Adnkronos – tra il cardinale e il Pontefice, questa è avvenuta tre giorni prima dell’apertura del processo in Vaticano e una decina di giorni dopo l’uscita del Papa dal Gemelli per il suo intervento chirurgico al colon.
Secondo quanto riferito da Diddi, nella conversazione registrata dal telefono della nipote di Becciu, Maria Luisa Zambrano, il porporato chiede di confermare la sua versione dei fatti sui soldi versati dietro indicazione di Cecilia Marogna all’agenzia britannica Inkerman per la liberazione di una suora colombiana rapita dai jihadisti in Mali. Da quanto si è appreso, visto che la telefonata “rubata” è stata ascoltata a porte chiuse, il pontefice però sarebbe rimasto perplesso, senza confermare nulla.
L’argomento della telefonata fatta da Becciu a Bergolgio, in cui “si intendeva spingere il Papa ad affermare circostanze di una qualche utilità” per il processo che stava per iniziare, è la liberazione di una suora colombiana.
Secondo la Finanza Becciu avrebbe registrato la telefonata al fine di ottenere dal Papa informazioni sulle indagini che lo vedono coinvolto
A introdurlo proprio l’interlocutore artefice della registrazione (lo stesso cardinale), motivo per cui – si legge nell’informativa della Guardia di Finanza di Oristano visionata dall’Adnkronos – “le operazioni di registrazione appaiono essere state preventivamente orchestrate al fine di ottenere dal Papa informazioni che, seppure possano apparire richieste poiché ipoteticamente idonee alla difesa del cardinale nel corso del processo che si sta celebrando in Vaticano, a prescindere non si sarebbero dovute partecipare a terzi in quanto di natura riservata”.