Non c’è niente da fare. L’Italia, seppur registrando qualche lievi passo in avanti, continua drammaticamente ad arrancare sull’impego dei fondi europei. Ma c’è di più: a rovinare ulteriormente i dati è la mole di irregolarità e di frodi che si registrano nel nostro Paese. A rivelarlo è stata la Corte dei Conti che, in audizione alla commissione delle Politiche dell’Unione Europea di Montecitorio, ha tratteggiato l’ennesimo quadro preoccupante, soprattutto in vista dei fondi di cui dovremmo (si spera) usufruire nel settennio 2014-2020.
ANCORA INDIETRO
Al 30 giugno 2014 i pagamenti a fronte del contributo totale è ancora troppo basso: il 53,9% per l’Obiettivo Convergenza, il 71,8% per l’Obiettivo Competitività ed il 63,8% per l’Obiettivo Cooperazione territoriale. Ovviamente è il dato relativo all’Obiettivo Convergenza a destare maggior preoccupazione, soprattutto se si conta che tale programmazione è riferita a quattro regioni specifiche (quelle meno sviluppate: Campania, Puglia, Calabria e Sicilia) che continuano ad arrancare. Qui restano ancora da effettuare pagamenti per circa la metà (15 miliardi di euro) delle risorse allocate per l’intera Programmazione (32,5 miliardi di euro). Tanto che, scrivono i magistrati, “è molto concreto” il rischio “che le quattro Regioni non riescano a spendere tutte le risorse impegnate” è molto concreto. Sui fondi 2007-2013, dunque, la Corte non cambia il suo giudizio: si sarebbe dovuto fare molto di più. E nonostante un evidente miglioramento del trend (soprattutto con il ministro Fabrizio Barca sotto il governo Monti), la bocciatura permane, dato che la “capacità programmatoria e gestionale nazionale” non è stata “in linea con le aspettative dell’Ue e non sempre adeguata e, spesso, poco aderente, alle reali esigenze dei territori”.
SOLDI BUTTATI
Ma non finisce qui. Come scrive la Corte dei Conti, infatti, ad inficiare la “buona spesa” ecco spuntare la “problematica delle irregolarità”. Il tasso di tali irregolarità in Italia sui Fondi strutturali si attesta, infatti, al di sopra del dato europeo. Complessivamente per tutti i Fondi comunitari, nel 2013 le comunicazioni di irregolarità ammontano a qualcosa come 170 milioni di euro, di cui 91 milioni (53,5%) correlati a finanziamenti gestiti dalle Regioni e, in particolare, 60 milioni circa (pari al 35% del totale) dalle Regioni meridionali e insulari. I numeri crescono, ovviamente, facendo un calcolo complessivo: dal 2003 ad oggi le irregolarità toccano l’incredibile cifra di un miliardo 315 milioni di euro. Nonostante tali dati, però, l’Italia ha fatto molto poco in tema di monitoraggio, nonostante siano ben sette le delibere (la prima addirittura nel 2007) della Corte in cui si consigliavano “proposte operative volte a potenziare il contrasto” alle frodi. Ora pare sia stato preso un impegno formale nel corso del semestre di presidenza Ue. Si spera serva perlomeno a qualcosa.
Tw: @CarmineGazzanni