Continua senza sosta la caccia ai fondi del Carroccio, frutto di una truffa allo Stato e spariti nel nulla. L’ultima pista investigativa riguarda un presunto giro di false fatture da 900mila euro che la Lega Emilia Romagna donò, nel 2013, al comune di Bondeno in provincia di Ferrara. Denari che, secondo i pm, potrebbero essere rientrati al partito attraverso false fatturazioni e sponsorizzazioni per campagne elettorali fatte da imprese amiche. Fatti per i quali giovedì, su ordine del procuratore aggiunto Francesco Pinto e dal sostituto Paola Calleri, la Guardia di Finanza ha effettuato una serie di acquisizioni documentali all’interno degli uffici di Bondeno. Nel mirino, stando a quanto trapela, ci sarebbero i fondi che il Comune di Bondeno ricevette dal Carroccio per la ricostruzione post sisma e che furono destinati, in parte, alla realizzazione della scuola antisismica di Scortichino, frazione di Bondeno tra i territori più colpiti. Lavori per i quali gli inquirenti hanno acquisito i nominativi delle imprese che hanno preso gli appalti e documenti relativi alle modalità di pagamento. In altre parole la Procura sospetta che qualcuna di queste imprese possa essere vicina alla Lega e che sostanzialmente i soldi siano rientrati nel partito attraverso false fatture per operazioni parziali o del tutto inesistenti. A ben vedere la tesi di fondo dei magistrati è che il conto in banca Alletti, aperto dall’allora tesoriere Francesco Belsito, sia stato spogliato a poco a poco subito dopo l’uscita di scena del senatur Umberto Bossi attraverso una serie di donazioni, contributi e sostegni alle Leghe regionali e associazioni per evitare il sequestro da parte del tribunale disposto dopo la condanna dell’ex tesoriere.
DIFESA AGGUERRITA
”Se fare una scuola o dei mezzi dei vigili del fuoco diventa una cosa che ci penalizza, allora non so come spendere i soldi dei cittadini”. A parlare così, dopo il terremoto mediatico, è il sindaco leghista di Ferrara, Alan Fabbri, che per 10 anni ha rivestito il ruolo di primo cittadino di Bondeno. Secondo lui “è tutto documentato e trasparente”, motivo per il quale non teme l’inchiesta, anche se ammette: “se ci sono altri problemi a monte, non lo posso sapere”.