Mentre Michele Scilleri ha deciso di vuotare il sacco coi pm, non hanno deciso di fare altrettanto gli altri indagati nell’inchiesta sulla compravendita dell’immobile di Cormano da parte della Lombardia film commission. Ieri, in una giornata di interrogatori, sia il commercialista Alberto Di Rubba che l’imprenditore Francesco Barachetti si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.
Proprio a loro i magistrati di Milano intendevano chiedere conto sulle ultime dichiarazioni di Scilleri che, in un lungo interrogatorio tenuto sabato scorso, ha spiegato che una parte dei soldi che incassava come consulente della Lombardia Film Commission e che poi retrocedeva, sarebbero stati girati anche alla Lega come gli era stato confidato proprio da Di Rubba nel corso di un incontro tra i due. Il primo a collaborare coi pm mettendo a nudo l’opaco sistema usato dai fiscalisti vicini alla Lega nel caso di Cormano è stato Luca Sostegni, ritenuto il prestanome di Scilleri.
Proprio quest’ultimo, a cui sono stati concessi i domiciliari proprio per le dichiarazioni fin qui rese e ritenute “rilevanti per le indagini”, ieri ha chiesto di patteggiare la pena a 4 anni e 10 mesi di carcere più una multa di 1000 euro. Da quanto si apprende, la procura è orientata a dare parere positivo al patteggiamento mentre per gli altri indagati l’intenzione dei magistrati milanesi è di chiedere il giudizio immediato.