“Berlusconi ricordati degli amici, ricordati di chi t’ha voluto bene”. Scherzava Corrado Guzzanti quando, a L’ottavo nano, vestiva i panni dell’ex sindaco di Roma Francesco Rutelli, al tempo (2001) a capo dell’Ulivo e competitor del leader della Casa delle Libertà alle Politiche. Ma quel motto, “ricordati degli amici”, resta sempre valido. Un vero e proprio evergreen. Nella vita dei “comuni mortali” ma soprattutto in politica. Così avviene per esempio ogni volta che ci sono da rimpolpare le poltrone delle decine di think tank e fondazioni – nel suo dossier “Cogito ergo sum 2017” Openpolis ne ha censite 102 – che animano il panorama italiano. Non stupisce quindi se Massimo D’Alema, presidente di Italianieuropei, nata nel 1998 come “luogo di incontro tra le diverse tradizioni culturali del riformismo italiano” (così recita il sito Internet), abbia pescato in casa sua per implementare il comitato d’indirizzo della fondazione che presiede. Per casa sua intendiamo Mdp, il partito fondato il 25 febbraio scorso dopo l’addio al Pd dei vari Pier Luigi Bersani e Roberto Speranza.
Piatto ricco – Delle 8 new entry che andranno ad affiancare – fra i tanti – Lucia Annunziata, i ministri Claudio De Vincenti, Anna Finocchiaro e Maurizio Martina e il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, la metà arrivano proprio dagli scissionisti dem. Oltre al già citato Speranza, gli altri sono i deputati Alfredo D’Attorre e Carlo Galli e l’europarlamentare Massimo Paolucci, napoletano, già assessore comunale alla Mobilità ai tempi di Bassolino. “Un caso, ma forse neanche troppo”, scrive Openpolis. Si tratta dell’“ennesima prova, se ce ne era ancora bisogno, che le fondazioni politiche e i think tank stanno diventando sempre più il nuovo habitat della politica: un luogo in cui riunire la propria corrente, fare networking e formare la propria classe politica”, mette a verbale l’osservatorio civico della politica italiana. Spulciando il report, si scopre infatti come alcuni ex parlamentari e ministri non si accontentino di una sola poltrona ma siedano – contemporaneamente – in 5 fra think tank e fondazioni. Uno dei casi emblematici è quello di Giulio Tremonti. L’ex ministro dell’Economia nei Governi Berlusconi è infatti fra i soci promotori di Italiadecide, presidente dell’Aspen Institute Italia, componente del comitato scientifico della Fondazione Iustus e della Fondazione Italia Usa (una fucina di nomi noti) e presidente del comitato scientifico di Respublica.
Avanti c’è posto – Ma Tremonti è in buona compagnia, anche se Salvatore Biasco e Giuliano Amato devono “accontentarsi” di 4 poltrone. Il primo, ex deputato dei Ds, è membro del comitato scientifico della Fondazione Pietro Nenni e di Astrid, consigliere eletto della Fondazione Basso ma anche componente del consiglio di presidenza di Nuova economia, nuova società. Che dire poi di Amato? L’oggi giudice costituzionale, incarico che il “dottor Sottile” ha messo a curriculum dopo una vita passata a ricoprire incarichi che contano – da premier a ministro di Interni e Tesoro – ha legami appunto con 4 strutture: Aspen Institute Italia, di cui è presidente onorario con Gianni De Michelis, Cesare Romiti e Carlo Scognamiglio, Astrid (membro del comitato scientifico), Fondazione Basso (consigliere) e Italiadecide (socio promotore). Chapeau.
Twitter: @GiorgioVelardi