Una decisione che suona come uno schiaffo al ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. La Fondazione Crt ha deciso di tirare dritto e ha eletto il suo nuovo presidente. Ignorando i richiami, alcuni molto recenti, proprio di Giorgetti. Il ministro dell’Economia ha sottolineato solo poche ore prima come la richiesta di una nuova proroga fosse opportuna, ma le sue parole sembrano non aver sortito alcun effetto. Così il consiglio di indirizzo ha designato la nuova presidente: sarà Anna Maria Poggi.
Succede a Fabrizio Palenzona: le sue dimissioni avevano dato vita a un terremoto con la contestuale denuncia di un patto occulto all’interno dell’ente. La nomina del nuovo presidente doveva arrivare entro un mese dal 23 aprile, giorno delle dimissioni di Palenzona. Ma lo statuto prevede tempi che sono stati considerati troppo brevi dal consiglio, che ha quindi chiesto una proroga. Come, peraltro, suggerito anche dal Mef. La nomina della giurista è invece arrivata nell’ultimo giorno utile prima che scattasse il commissariamento. La certezza, quindi, è che il pressing di Giorgetti e del ministero dell’Economia non ha avuto alcun effetto.
L’inchiesta sulla Fondazione Crt
Il timore del commissariamento era diventato concreto dopo il periodo di proroga di 15 giorni che era stato concesso dallo stesso ministero. Il consiglio ha però deciso di evitare ogni rischio, non richiedendo un’ulteriore proroga e nominando la nuova presidente. Intanto il Mef ha inviato gli ispettori in Crt e su quanto avviene all’interno della fondazione stanno indagando anche due procure, quelle di Roma e Torino. In particolare a Torino i magistrati hanno iscritto nel registro degli indagati sette consiglieri per presunte interferenze illecite sull’assemblea.
Proprio per questa ragione, secondo Giorgetti, era necessario prendere tempo e procedere con una nuova proroga. Nelle ore precedenti alla nomina della nuova presidente Giorgetti aveva sì ricordato che la Fondazione è autonoma, ma ha anche sottolineato che il ministero eserciterà il suo dovere di vigilanza. Tanto che già da due giorni nella Fondazione sono presenti gli ispettori ministeriali. L’elezione di Poggi è avvenuta con 13 voti a favore e due schede bianche: non ha votato chi ha ricevuto l’avviso di garanzia. Poggi sta cercando da subito di evitare uno scontro con il Mef, assicurando che non c’è una contrapposizione, ma anzi la volontà di intensificare le relazioni con il ministero, anche attraverso le interlocuzioni con gli ispettori, che si è detta disposta a incontrare già lunedì mattina. Con la speranza di evitare il commissariamento.