“La legislazione vigente in materia fiscale è confermata in attesa di definire, nei prossimi mesi, misure alternative”. E’ quanto ha detto il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, nel corso della sua audizione sul Def davanti alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato. Il ministro ha confermato che “lo scenario tendenziale incorpora gli incrementi dell’Iva e delle accise dal 2020-2021”.
“Confermo quello che è scritto nel Def: valuteremo misure alternative”, ha detto ancora Tria riferendosi all’aumento dell’Iva e aggiungendo che “è inutile pensare che le misure alternative si possano definire oggi”. “Nel Def – ha precisato – viene affermato che tutto ciò che verrà fatto dovrà confermare la compatibilità degli obiettivi di bilancio”.
Per quanto riguarda l’andamento dello Spread, Tria ha aggiunto che “saranno importanti i piani del governo e l’incisività delle riforme, ma anche gli orientamenti che il Parlamento avrà sul Bilancio”. Il ministro dell’Economia ha sottolineato, inoltre, che il Def non tiene conto dei potenziali benefici di uno spread più basso, e che “i rendimenti italiani sono ancora troppo alti alla luce dei fondamentali della nostra economia, nonostante il miglioramento dopo l’intesa con l’Unione europea sulla legge di bilancio”.
“Le principali misure di politica fiscale sociale e previdenziale introdotte dal governo – ha detto ancora Tria nel corso dell’audizione -, flat tax per i professionisti, reddito di cittadinanza e quota 100 fanno parte della legislazione vigente i loro effetti sono stimati in modo rigoroso nel Def e contribuiscono a sostenere i consumi delle famiglie e il Pil già nel 2019, sebbene vengano introdotte in corso d’anno”.
“I canali attraverso cui agiscono – ha spiegato Tria – sono l’aumento del reddito disponibile sulle famiglie meno abbienti, che stimolerà i consumi, e, in secondo luogo, l’alleggerimento della pressione fiscale su imprenditori e professionisti, che stimolera’ investimenti e occupazione. La legge di bilancio del prossimo anno continuerà, nel rispetto degli obiettivi di finanza pubblica definiti nel Def, il processo di riforma della flat tax e di generare semplificazione nel sistema per alleviare il carico fiscale nei confronti del ceto medio”.
“Lo scenario macroeconomico programmatico – ha aggiunto – poggia su obiettivi di finanza pubblica coerenti con le regole nazionali e comunitarie. Il perseguimento di questi obiettivi richiederà uno sforzo fiscale che nel breve termine inevitabilmente attenua il ritmo di crescita dell’economia, a parità di altre condizioni e ignorando retroazione favorevole che potrebbe pervenire dal minor livello dei rendimenti sui titoli di stato. A livello europeo non siamo in recessione, probabilmente non lo siamo in Italia dopo la recessione tecnica dell’ultimo trimestre dello scorso anno, ma c’è un forte rallentamento significativo, con previsioni ottimistiche”.