Un report di Openpolis informa che lo scorso 18 novembre il Consiglio europeo ha dato il via libera a un’ulteriore richiesta di modifica del Pnrr presentata dal governo italiano. L’Italia è l’unico Paese ad aver presentato 4 richieste di modifica. Luana Zanella, capogruppo di AVS alla Camera, che ne pensa di questo Piano che cambia continuamente?
“Noi pensiamo che il Pnrr sia stata un’occasione persa a causa della incapacità del Governo Meloni di avere una gestione rigorosa, rapida ed efficiente del dossier. Per il Paese un danno incalcolabile”.
Sempre convinti del vostro no a Raffaele Fitto, commissario Ue con il compito di vigilare sui Pnrr e vicepresidente di Ursula von der Leyen?
“Certo, anche perché nulla è intervenuto per consentirci di cambiare idea. Proprio Fitto, responsabile del Pnrr, è espressione di un fallimento: come avremmo potuto sostenerlo? Inoltre, egli rappresenta un Governo negazionista dei cambiamenti climatici, fautore di un ritorno al nucleare e, nella sostanza, di un boicottaggio della transizione green. Il nostro No è chiaro e netto”.
Nella fascia di reddito tra 32.000 e 40.000 euro l’aliquota marginale sale, con la riforma Irpef inserita in Manovra, al 56%, mentre a legislazione vigente risulta appena sotto il 45%. Viene così beffato il ceto medio. Che dire?
“Il Governo è manifestamente incapace di tutelare le fasce della popolazione più a rischio perché non ha alcuna intenzione di prendere le risorse dove sono: cioè negli extra-profitti, nei grandi patrimoni, nell’evasione. Con una coperta così corta mette dunque le mani nel portafoglio di chi paga le tasse con il prelievo all’origine, strozzando pensionati e chi vive di stipendio. Un capolavoro del neoliberismo in salsa italiana”.
Che ne pensa del tentativo della Lega in Manovra di aumentare le risorse per il Ponte sullo Stretto?
“Il giudizio va perfino al di là della scelta politica, è un’idea immorale. Con il territorio dissestato, le devastanti conseguenze dei cambiamenti climatici, come la siccità che affligge la Sicilia, le infrastrutture dei trasporti al collasso, Salvini e il suo gruppo dirigente di uomini rapaci tentano un dirottamento delle risorse verso un’opera inutile. Come vogliamo chiamare questa scelta, se non un furto al Paese?”.