“Il governo intende adottare un’ampia riforma fiscale nell’arco del triennio. La riforma avverrà attraverso una legge delega già a partire dal 2021, stiamo approfondendo in raccordo con il percorso parlamentare le modalità e i tempi della legge delega che riguarda l’introduzione dell’assegno unico per i figli”. E’ quanto ha detto il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, alle commissioni Bilancio di Camera e Senato in merito all’attività conoscitiva preliminare all’esame della Nota di aggiornamento del Def, assicurando che “le tasse non aumenteranno nell’anno prossimo ma si ridurranno, al netto della riforma fiscale che noi intendiamo realizzare nel triennio e che sarà composta di vari moduli, il modulo principale della riforma dell’Irpef vogliamo che sia operativo dal 1 gennaio 2022”.
Gualtieri ha sottolineato come la Nadef giunge in un momento “molto importante per l’economia e per la strategia di governo del Paese, i dati più recenti mostrano che da maggio la nostra economia ha risposto in maniera positiva rispetto alla caduta dei mesi più difficili. C’è stato uno sforzo imponente che ha mobilitato risorse pari a 100 miliardi di indebitamento netto”. “Lo scenario prudente stima una contrazione del Pil reale pari al 9%, di fronte alla caduta della prima parte dell’anno – ha assicurato ancora il ministro – si attende un forte rimbalzo nel terzo trimestre che dovrebbe risultare superiore rispetto a quella stimata ad aprile. Il nostro -9% si basa su una riduzione della crescita nel quarto trimestre che già sconta l’aumento dei contagi, mentre quello peggiore di un aumento molto molto forte e delle restrizioni in Europa molto marcate, che non è lo scenario probabile, la nostra stima è del -10,5%”.
“La prospettiva di una diffusione dei vaccini – ha aggiunto Gualtieri – che sia abbastanza ampia entro la metà dell’anno prossimo è molto ampia, stiamo parlando di due scenari che hanno un punto di caduta relativamente positivi. Le stime del Pil programmatico prefigurano una crescita del 6% nel 2021, del 3,8% nel 2022 e del 2,5% del 2023. tale andamento consentirà di arrivare ai livelli pre-Covid nel terzo trimestre 2022. si tratta di stime piuttosto prudenti, basate su un moltiplicatore contenuto e che non considerano l’impatto delle riforme che saranno adottate nell’ambito del Pnrr e l’impatto favorevole di quest’ultimo sul costo medio del debito”.
“La stima di crescita del Pil nell’ultimo trimestre è prudenzialmente prevista dello 0,4%. La vera sfida da affrontare – ha proseguito l’esponente dell’Esecutivo – consiste nel contenimento del virus. Il nostro Paese si trova in una posizione migliore rispetto agli altri, siamo riusciti a garantire un efficace contrasto al virus e una maggior tutela dei redditi. L’impatto delle riforme strutturali sul medio e lungo periodo ci sono, le riforme considerate se efficaci possono innalzare il Pil a fine periodo 2026 di oltre 2 punti percentuali. Per prudenza non abbiamo incluso questo effetto nelle nostre stime”.
Gualtieri ha poi spiegati che nonostante il periodo di lockdown, c’è un andamento delle entrate “migliore del previsto. Voglio ringraziare quei contribuenti che anche nei mesi più duri della diffusione dell’epidemia, hanno continuato a versare i propri oneri fiscali e contributivi nonostante i differimenti e le sospensioni introdotte alle quali alcuni di essi avevano diritto. Stiamo riflettendo e valutando l’ulteriore prolungamento della moratoria dei crediti che scade il 31 gennaio. All’interno di questo prolungato sostegno alla liquidita’, stiamo valutando con la Commissione europea cosa del temporary framework verrà prolungato nel prossimo anno”.