Fischi per Matteo Renzi. E arrivano, peraltro, su uno delle trovate di cui il premier va più fiero, i fatidici ottanta euro. Ma anche la location non è di poco conto: i fischi, infatti, sono arrivati dagli imprenditori riuniti durante l’assemblea annuale di Confcommercio, in cui Renzi ha anche annunciato l’impegno a non aumentare l’Iva nel 2017. Un balzello che rischia di affossare la già debole ripresa dei consumi. “Grandissimo rispetto per chi ritiene gli 80 euro una mancia elettorale, sono contento di averli dati. E’ una valutazione che rispetto” ha detto il presidente del Consiglio prima di ribattere ai commercianti: “Che non fossero apprezzati da voi lo sapevamo da tempo ma che fossero una misura di giustizia sociale verso gente che non guadagna 1500 euro al mese lo rivendico con forza. Fischiatemi pure, ma la politica deve essere con la P maiuscola”.
Di fronte al presidente di Confcommercio, Carlo Sangalli, che denuncia una ripresa “senza slancio nè intensità”, il premier cerca di recuperare il consenso prendendo “l’impegno per voi irrinunciabile per la crescita nel 2017 di non aumentare l’Iva. Ma l’Iva non si tocca più dal 2013, le clausole non sono mai state toccate dal nostro governo, l’ultimo aumento è scattato nell’ottobre di quell’anno, noi siamo in carica dal febbraio 2014”. Ma non basta. Il premier, infatti, ha rivendicato pure il fatto di aver rimesso in carreggiata il Paese “che sta ripartendo” come ribadisce anche in un videomessaggio il presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “L’Italia sta gradualmente ripartendo, i segnali di riavvio dell’economia, seppur ancora contenuti e soggetti a incertezza, sono sostenuti dalla domanda interna, che evidenzia l’importanza dei consumi delle famiglie, ma per dare slancio alla ripresa servono riforme e investimenti”.
Di parere opposto Sangalli secondo cui la ripresa non ha mordente, “non salta mai la faglia, il crepaccio tra stagnazione e crescita. Il nostro Paese ha ancora molta strada da fare, ma ha certamente le carte in regola per fare meglio. In 12 mesi occupazione, consumi, produzione, fiducia, credito, hanno seguito un andamento altalenante non riuscendo a imprimere un cambio di passo”. Peggio, secondo il numero uno dei commercianti “molti dati mettono in dubbio il teorema che la crisi sia soltanto un brutto ricordo”. Tuttavia, Sangalli riconosce “i passi in avanti mossi in materia fiscale. Provvedimenti utili nella logica della solidarietà e dell’emergenza, che rischiano però di essere poco incisivi” perché è “mancata una visione organica del fisco che si vuole per un’Italia più forte e più dinamica”. In questo senso “spostare la tassazione sulle cose, quindi aumentare l’Iva, è come lanciare un boomerang. Perché alla fine la paghiamo tutti”.
Non è la prima volta, d’altra parte, che i commercianti criticano il bonus degli 80 euro. Dovevano essere proprio gli esercenti a giovare della spinta che la misura, nelle intenzioni del governo, doveva dare ai consumi. Eppure, in passato Confcommercio ha definito l’effetto dello sconto Irpef “quasi invisibile”, spiegando che la strategia dell’esecutivo è “giusta”, ma “è stata realizzata male”.