È anarchica la matrice dell’attentato di Capodanno a Firenze, dove un artificiere della Polizia di Stato, Mario Vece, perse una mano e un occhio nell’esplosione di una bomba che stava disinnescando. La Polizia di Stato ha eseguito stamattina l’arresto dei presunti responsabili. Si tratta di otto militanti anarchici. Ad arrestarli la Digos di Firenze e il Servizio centrale antiterrorismo. Tra le accuse nei loco confronti, per cinque il tentato omicidio dall’artificiere Mario Vece appunto. Altre tre persone sono state arrestate in esito alla stessa indagine, dalla Digos della Questura di Firenze congiuntamente al Ros dell’Arma dei Carabinieri, per il precedente attacco del 21 aprile 2016 a colpi di molotov alla Stazione dei Carabinieri di Rovezzano-Firenze.
L’attentato avvenne a Firenze la mattina dello scorso primo gennaio. Fu provocato da un ordigno infilato tra le maglie della saracinesca della libreria “Il Bargello”, riconosciuta come centro culturale di destra e, più in particolare, di Casapound. La deflagrazione colpì in pieno l’artificiere della questura di Firenze che si era appena avvicinato (era in giro con una pattuglia che aveva notato l’involucro inserito nella serranda) ed aveva cominciato ad esaminare la bomba. L’ordigno aveva un timer.
Peraltro, sono stati movimentati gli arresti degli anarchici indagati. Durante le esecuzioni dei fermi, infatti, due destinatari del provvedimento sono saliti sul tetto di un immobile occupato nella zona del Galluzzo, alla periferia di Firenze. Con loro anche alcuni occupanti dell’immobile, noto con il nome di “Riottosa”. I fermi, peraltro, non sarebbero solo per l’attentato di Capodanno in cui fu ferito il poliziotto Mario Vece, ma anche per il lancio di bombe molotov contro la caserma dei carabinieri di Rovezzano avvenuto nell’aprile dell’anno scorso. Per la cattura dei fermati, le conseguenti perquisizioni e lo sgombero della “Riottosa” sono stati impegnati oltre 200 uomini tra poliziotti e carabinieri.