Lo stato d’emergenza per la siccità che sta strozzando l’Italia arriverà, ma al momento è ancora tutto da definire. La Conferenza delle Regioni ha incontrato il capo della protezione civile Fabrizio Curcio.
La Protezione civile valuta lo stato di emergenza per la siccità. Le Regioni chiedono fondi
“Stiamo ragionando sui parametri tecnici per andare incontro alle richieste – ha detto Curcio, al termine dell’incontro – ricordiamoci che lo stato d’emergenza serve a fare delle cose. Si sta lavorando per definire quali sono le attività che seguono allo stato di emergenza, che non è un’idea, ma consiste in una serie di azioni che vanno fatte”.
Con la consapevolezza, come hanno ribadito anche i rappresentanti delle Regioni, che sarà un’attività che occuperà tutta l’estate. Attilio Fontana, presidente della Lombardia, una delle regioni maggiormente in difficoltà, ha detto che la situazione non è mai stata grave come quest’anno.
Le Regioni hanno ribadito la necessità di lavorare su due fronti: da una parte garantire l’irrigazione e l’acqua che arriva dai rubinetti nelle case, dall’altra mettere in cantiere una serie di iniziative strutturali, chieste in particolare dal presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga. Intanto alcune Regioni si portano avanti.
Il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, ha firmato il decreto che proclama lo stato di calamità regionale. “La scienza è molto chiara – ha detto il vicepresidente della Commissione Ue Frans Timmermans – guardiamo le grandinate in Croazia, le siccità estreme in Italia che stanno portando a un’orribile carenza d’acqua, o al Gota fria in Spagna. Se non è questo il momento di agire sul clima, quando?”.
Il ministro delle politiche agricole, Stefano Patuanelli, ha auspicato un percorso che vada verso l’obbligo assicurativo per il settore agricolo, anche perché, secondo le prime stime delle associazioni di categoria, le perdite economiche saranno ingenti e finiranno inevitabilmente per riflettersi sui prezzi sugli scaffali dei supermercati.
Nel bacino del Po, intanto, ogni giorno che passa senza precipitazioni, aggrava i problemi. Meuccio Berselli, segretario generale dell’autorità di bacino, parla di una tempesta perfetta: perché negli ultimi 6-8 mesi la neve dell’inverno ha raggiunto un picco del meno 60-70%, influendo negativamente sul riempimento dei grandi laghi, perché non piove da 120 giorni e perché le temperature sono più alte di 3-4 gradi rispetto alla media del periodo.
L’obiettivo, in questa situazione, è far sì che nella zona del Delta ci sia una portata minima garantita, sia per contrastare la risalita del cuneo salino, nemico principale dell’irrigazione dei campi, sia per garantire l’acqua a circa 7-800mila persone che abitano in quell’area. L’Agenzia per il Po ha sconsigliato anche la navigazione a motore sul fiume. Una delle questioni che, allo stato, preoccupa maggiormente è quella relativa all’approvvigionamento idrico delle case.
Alcune aree del Piemonte, della Lombardia e dell’Emilia-Romagna sono osservate speciali e moltissimi Comuni hanno già emesso delle ordinanze che vietano l’uso dell’acqua per gli scopi non indispensabili. Il Comune di Cuneo ha deciso di chiudere le fontane pubbliche, mentre rimarranno in funzione le fontanelle delle aree verdi.