Fine vita, Antonio ha avuto finalmente l’ok per avere il medicinale in vista del suicidio assistito. Come ultimo passo, è giunto, infatti, il via libera da parte dell’Asur Marche. Il 44enne di origini marchigiane ha ottenuto una grande vittoria per i suoi desideri.
Fine vita, Antonio avrà il farmaco per il suicidio assistito
Antonio(nome di fantasia) avrà il farmaco per il suicidio assistito. Il 44enne marchigiano tetraplegico che da diverso tempo lottava per il diritto al suicidio medicalmente assistito, affiancato dal collegio legale dell’Associazione Luca Coscioni, è riuscito ad ottenere l’assistenza sanitaria pubblica.
“Stavo per riprendere i contatti con la struttura svizzera che avevo contattato prima di questo percorso – ha dichiarato il 44enne- ma oggi, alla notizia della conferma del farmaco e delle modalità che potrò seguire, sono felice di poter avere vicino i miei cari qui con me, a casa mia fino all’ultimo momento. Inizio ora a predisporre ogni cosa al fine di procedere in tempi brevi con il suicidio assistito”.
Arriva l’ok dell’Asur Marche al medicinale
Come ultimo step, è arrivato il parere positivo da parte dell’Asur Marche per il medicinale. “Con questo ultimo atto da parte dell’Asur Marche, che conferma il farmaco e le modalità per procedere con il suicidio assistito, senza che l’aiuto configuri reato ai sensi dell’articolo 580 del codice penale, si è conclusa la procedura prevista dalla Consulta affinché Antonio, quando vorrà, potrà porre fine alle sue sofferenze”, ha dichiarato Filomena Gallo, codifensore di Antonio e Segretario dell’Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica. “Ora Antonio è finalmente libero di scegliere se e quando procedere. Ma ci sono voluti quasi due anni affinché questo suo diritto venisse rispettato. Un tempo lunghissimo per persone che si trovano in condizioni di estrema sofferenza e che, purtroppo, molti malati, non hanno. Per questo come Associazione Luca Coscioni continueremo a batterci affinché venga eliminata ogni discriminazione per le persone malate nell’accesso al suicidio medicalmente assistito”.
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