“C’è chi pensa che per vincere in Abruzzo dovevamo far cadere il Governo. Questo finché ci sarò io non avverrà. I nostri iscritti hanno votato il contratto di Governo e io ho dato la mia parola agli italiani che si va fino in fondo. Questo Governo durerà 5 anni e ispirerà tanti altri governi europei”. E’ quanto scrive il vicepremier e leader del M5S, Luigi Di Maio, rompendo il silenzio che durava da domenica, con un post sul Blog delle Stelle. “Il MoVimento 5 Stelle – ha detto ancora Di Maio – oggi è l’unico argine a Berlusconi ministro della giustizia o dell’economia”.
“Dopo la Sicilia, dopo il Molise, dopo l’Abruzzo. Se non siamo riusciti a conquistare una regione con Giancarlo Cancelleri – afferma ancora il leader pentastellato -, nonostante il 35%, con Andrea Greco nonostante il 38% e con Sara Marcozzi, persone che hanno dato l’anima nel territorio per anni e che hanno fatto l’impossibile, è chiaro che ci sono alcuni problemi di fondo. Che come MoVimento dobbiamo affrontare. Che io come capo politico del MoVimento 5 Stelle intendo affrontare”.
Di Maio ha poi rilevato che “ogni volta che il MoVimento 5 Stelle ottiene alle elezioni locali un risultato inferiore a quello delle politiche, c’è chi non parla d’altro che della sua fine imminente”. “Basta vedere i dati. Alle elezioni comunali di giugno 2017 – ha aggiunto – abbiamo preso di media il 7,8% e poi dopo meno di un mese il 33% alle politiche. Poi a giugno 2018 abbiamo preso in media il 12% alle comunali. Quindi si mettano l’anima in pace perché non è così”.
“In questi due giorni – aggiunge il viceprmier – dopo le elezioni però ho riflettuto. Mi sono chiesto se fosse il caso di dire una verità che tutti nel MoVimento conosciamo, ma nessuno ha ancora avuto il coraggio di dire e, cioè, che ci sono problemi nel M5S da affrontare. Nelle prossime settimane presenterò agli iscritti del MoVimento delle proposte da sottoporre a consultazioni online. Dobbiamo affrontare il tema dell’organizzazione nazionale e locale, dobbiamo aprire ai mondi con cui sui territori non abbiamo mai parlato a partire dalle imprese, dobbiamo decidere se guardare alle liste civiche radicate sul territorio”.