Ancora tutto da scrivere. L’accordo sull’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, rispuntato sotto forma di rimborso elettorale dopo il referendum del ‘93, attende ancora di essere messo nero su bianco. Annunciata via twitter dal presidente del consiglio, Enrico Letta, dopo il consiglio dei ministri di venerdì scorso, l’intesa tra le parti politiche ieri è stata oggetti di ulteriori discussioni. Che comunque lasciano spazio a qualche convergenza. Il ministro per le riforme, Gaetano Quagliariello, ha chiarito che rimane assolutamente sul campo l’ipotesi di una conferma dei rimborsi elettorali, ma solo “per spese definite e certificate”.
Uscite da dimostrare
Si tratta di una delle ipotesi che cirolano da molto tempo, in particolare da quando l’anno scorso la Corte dei conti ha dimostrato che dal 1994 a oggi i rimborsi ai partiti hanno raggiunto l’astronomica cifra di 2,5 miliardi di euro, a fronte di spese da parte delle forze politiche stimate in 580 milioni. Uno “spread” insostenibile, sul quale naturalmente non si può non intervenire. Nel dettaglio Quagliariello ha spiegato che “se ci saranno rimborsi per le campagne elettorali, questi dovranno avere dei tetti, bisogna prevedere cosa è rimborsabile e che cosa no. E devono essere rimborsi certificati”. Accanto a questa, poi, c’è la questione delle detrazioni da concedere a chi finanzia un partito.
Su questo punto, sempre Quagliariello ha spiegato che dovrà trattarsi di detrazioni “eque”, nel senso che “non ci deve essere una forma di convenienza a finanziare un partito”.
L’1 per mille
Nel novero delle ipotesi sul campo c’è anche l’1 per mille Irpef, di cui si è parlato nei giorni scorsi. Sul tema il ministro delle riforme ha chiarito che la misura è possibile, “ma con volontà esplicita di dare l’1 per mille alle forze politiche, altrimenti siamo a un cambio lessicale ma siamo sempre allo stesso punto”.
Le aperture
Alle considerazioni di Quagliariello ha risposto, in modo provocatorio, il capo gruppo del Movimento 5 stelle alla Camera Roberta Lombardi. “Noi proponiamo una forma di finanziamento privato con delle soglie”, ha premesso la grillina, “quello che sento da Quagliariello mi fa sorridere, perché penso che abbiano letto la nostra proposta”.
Ma sulla questione, almeno, i margini di incontro sembrano esserci.