di Marco Castoro
Michael Schumacher ha vinto il suo ottavo titolo mondiale. Sicuramente il più importante: è uscito dal coma dopo quasi 6 mesi dal drammatico incidente dello scorso 29 dicembre. Il suo quadro clinico attuale lascia spazio a grandi ottimismi, dopo le previsioni catastrofiche che in questi mesi di calvario abbiamo ascoltato. La tempra d’acciaio del tedesco alla fine sembra averla spuntata. Schumi ha riconosciuto la moglie e i figli, e non ha problemi alla vista. Ha già lasciato l’ospedale di Grenoble per iniziare la lunga fase di riabilitazione a Losanna, al centro ospedaliero Vaud, sulle rive del lago Lemano, a pochi chilometri dalla residenza familiare. Gli esperti dicono che si tratta ancora della fase del lento risveglio del paziente, ora si attende la ripresa della coscienza , il primo segno per arrivare alla guarigione. Il tutto lascia ben sperare. In pratica il cervello di Schumacher ha dimostrato di sopravvivere senza i farmaci. Ora viene lasciato a se stesso per riprendere funzionalità. È come una macchina che si è accesa, si è rimessa in moto, ma nessuno sa ancora se tutto funziona, se il motore è a regime e soprattutto se tutto l’abitacolo è in grado di affrontare la strada. O la pista, se preferite.
L’incidente
Nella tarda mattinata dello scorso 29 dicembre scorso, durante una discesa con gli sci sulle nevi di Méribel in Alta Savoia, cade battendo violentemente la testa contro una roccia. Ricoverato d’urgenza al Centro Ospedaliero Universitario di Grenoble in stato semicomatoso, viene sottoposto a operazione neochirurgica per il grave trauma cranico subìto e per una emorragia cerebrale. Viste le gravi lesioni Schumi viene messo in coma farmacologico per proteggere il suo cervello da danni ulteriori. Per poi gradualmente sospendere la somministrazione di farmaci
Fenomeno
7, 68, 76, 91, 1369. Non stiamo dando dei numeri a caso. Ma un riepilogo della carriera impareggiabile di Schumacher. 7 è il numero dei titoli mondiali, 68 sono le pole position, 76 i giri più veloci in gara, 91 i Gran Premi vinti e 1369 i punti iridati conquistati. Pilota predestinato. All’età di 4 anni già si esibisce alla guida di un go-kart. Debutta in Formula 1 nel Gran Premio del Belgio del 1991, al volante di una Jordan, conquistando la settima posizione. Viene notato dalla Benetton del team manager Flavio Briatore che lo ingaggia. Un anno dopo, sempre in Belgio, conquista la sua prima vittoria in F1. Nel 1994 e nel 1995 vince il campionato mondiale piloti con la Benetton, impresa storica. Nel 1996 passa alla Ferrari. Nel 2000 è campione del mondo. Conquista il mondiale piloti anche nel 2001, 2002, 2003 e 2004. Il 2006 segna la undicesima stagione con la Ferrari. Nel 2003 diviene il più titolato pilota di Formula 1 (con la vittoria del sesto titolo mondiale, superando il record di Juan Manuel Fangio) e nel 2004 conquista un altro record: il quinto titolo iridato consecutivo. Dopo sedici stagioni in Formula 1 e tre anni di inattività, decide a 41 anni di tornare a correre, a partire dalla stagione 2010, accettando l’offerta della Mercedes. Nel 2012 a 44 anni annuncia il suo secondo ritiro. Quello definitivo.