Senza girarci troppo intorno: sarà un’inaugurazione che più amara non si può. Del resto intorno alla “Nuvola” dell’archistar Massimiliano Fuksas, ossia il nuovo Centro congressi della Capitale, è successo davvero di tutto. Basti pensare che dal primo vero bando di gara, stimato in 130 milioni di euro di valore, si è arrivati a un investimento complessivo che per ora si attesta intorno ai 467 milioni. Insomma, negli anni i costi sono aumentati del 260%. Una storia da mettere i brividi, fatta di inconcludenza, opacità, sperpero di denaro pubblico e chi più ne ha più ne metta. Il tutto con al centro della scena Eur Spa (società proprietaria dei terreni), il Tesoro (che ne controlla il 90%) e il Campidoglio (che detiene il restante 10% del capitale). Per questo l’inaugurazione in programma per fine mese, a quanto pare alla presenza del presidente del consiglio, sarà una festa per modo di dire.
IL PERCORSO – Ripercorrere oggi la storia di questa infrastruttura infinita fa a dir poco riflettere. E’ il 1998 quando viene in mente la prima idea, ossia un concorso internazionale per il Nuovo centro congressi. Parliamo della bellezza di 18 anni fa. Bisogna però aspettare il 2002, con Walter Veltroni sindaco, l’esito del primo bando di gara. L’appalto viene aggiudicato all’allora Dec, società pugliese di costruzioni che faceva capo alla famiglia De Gennaro, storicamente vicina al centrosinistra. Lo schema seguito è quello del project financing: in sostanza Dec avrebbe dovuto costruire l’opera, in parte con soldi propri (non molti, a dir la verità) e in parte con risorse pubbliche derivanti dai fondi per Roma Capitale. All’epoca la stima dell’investimento si attesta complessivamente sui 130 milioni di euro. Il problema è che subito dopo inizia il calvario. Calcoli clamorosamente sbagliati e risorse palesemente insufficienti portano la pratica al 2005 senza che si sia combinato nulla di buono. E così la Dec, oggi Dg Costruzioni, esce defintivamente di scena. Mentre Veltroni ed Eur spa provvedono all’aggiudicazione della nuova gara al gruppo Condotte, questa volta senza project financing. Risultato pratico di queste incredibili evoluzioni? Semplice, il costo complessivo dell’opera cresce da 130 a 25o milioni.
LE ULTIME FASI – Poi arriva come sindaco Gianni Alemanno, ma le cose non vanno certo meglio. Al punto che si arriva al 2013-2014 con un “buco” di 100 milioni, poi raddoppiati a 200, da coprire con urgenza. Si sperava di poterli reperire dalla vendita della “Lama”, ovvero dall’albergo extralusso progettato sempre da Fuksas accanto alla Nuvola, che però negli ultimi anni nessuno ha voluto comprare. Sì, certo, qualche manifestazione d’interesse è arrivata, ma con un mercato immobiliare in condizioni difficili si è trattato di un fuoco di paglia. Con Ignazio Marino sindaco, l’unica vera novità è rappresentata dal fatto che a togliere le castagne dal fuoco è nientemeno che l’Inail, l’Istituto nazionale assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, che mette sul piatto 297 milioni acquisendo alcuni asset immobiliari di Eur Spa. Ma è solo un’operazione per coprire il buco. Sta di fatto che oggi, e la stima è ancora provvisoria, la Nuvola vale 467 milioni. Di cui 20 di sola parcella per l’archistar. Altro che festa di inaugurazione.
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