Ci aveva provato il premier Mario Draghi a usare tutta la sua influenza nelle cancellerie europee per far disputare le semifinali e la finale degli Europei di calcio a Roma e non “In un paese dove i contagi stanno crescendo rapidamente”, cioè Londra che, come è noto, è alle prese con la variante Delta del coronavirus. Ma il patto di ferro sull’asse Nyon (sede della Uefa, ndr) – Londra ha retto nonostante la Final Four di Euro 2020 fosse diventata sempre di più una questione politica: più di 60mila tifosi, il 75% della capienza, potranno prendere parte alle semifinali e alle finali degli Europei e lo faranno come previsto allo stadio di Wembley.
A dar man forte al presidente del Consiglio nella conferenza stampa congiunta di lunedì scorso era scesa in campo anche Angela Merkel: “Penso e spero che la Uefa avrà un atteggiamento responsabile. Non credo che sarebbe buono se ci fossero gli stadi pieni lì e supporto tutti gli sforzi del governo inglese per adottare tutte le misure igieniche necessarie negli impianti. è una zona affetta dalla variante del virus, quindi i viaggi saranno strettamente limitati”.
Ma l’assist a Roma in chiave anti Gran Bretagna, che con la Brexit si è posta in netto conflitto con la Ue, non è servito a molto: il governo britannico, insieme all’Uefa, ha disinnescato il ‘contropiede’ del premier Draghi e l’intervento a gamba tesa della cancelliera tedesca. “La Uefa, la federazione inglese e le autorità inglesi stanno lavorando a stretto contatto con successo per organizzare le semifinali e la finale di Euro 2020 a Wembley e non ci sono piani per cambiare la sede di quelle partite”, questa la secca nota diramata ieri dal massimo ente calcistico europeo.
Niente stravolgimenti, niente ripensamenti o dietro front che rischiavano di creare anche problemi di natura diplomatica, dunque: il danno di immagine che il premier Boris Johnson avrebbe rischiato di subire qualora si fosse deciso di ‘dirottare’ altrove la finale sarebbe stato evidente. Oltretutto, in aggiunta alla nota ufficiale dell’Uefa, sono arrivate anche le parole del presidente della Figc, Gabriele Gravina, sull’ipotesi di spostare la fase finale di Euro 2020 che hanno confermato come sia molto difficile uno stravolgimento da parte dell’ente che governa il calcio europeo in merito al calendario del torneo: “Non ci sono le condizioni per poter pensare, sotto il profilo organizzativo, ad una final four a Roma o a Budapest”.
In netto contrasto, va detto, con quanto sostenuto dalla sindaca di Roma Virginia Raggi, che intervistata a Oggi è un altro giorno su Rai1, alla domanda sul fatto che fosse o meno pronta a ospitare all’Olimpico la finale del torneo come ipotizzato da Draghi, ha risposto: “Noi siamo pronti, tra l’altro abbiamo già ospitato tre partite e ne ospiteremo una quarta. E dopo il successo dell’apertura di Uefa 2020, Roma e l’Italia hanno dimostrato di saper organizzare grandi eventi internazionali”.
Sarà per la prossima volta, per ora la partita è finita Uk 1- Ue 0, ma occorre sottolineare che non sono stati ancora forniti dettagli su come i tifosi dall’estero potranno partecipare senza doversi sottoporre a quarantena dopo l’arrivo a Londra. Un particolare non di poco conto, e anche l’Oms ha espresso preoccupazione sull’alleggerimento delle restrizioni contro il Covid nell’ambito degli Europei.