Figuraccia olimpica per Meloni, il Cio spegne ogni polemica: “Khelif è una donna”

Giorgia Meloni pone la questione del match Carini-Khelif al presidente del Cio, Thomas Bach. Rimediando solo una figuraccia.

Figuraccia olimpica per Meloni, il Cio spegne ogni polemica: “Khelif è una donna”

Non si dà per vinta Giorgia Meloni. Sul caso di Imane Khelif tenta di portare la questione a un livello internazionale, ma quel che rimedia è una figura tutt’altro che onorevole. L’occasione è l’incontro, avvenuto a Parigi, con il presidente del Comitato olimpico internazionale (Cio), Thomas Bach. Un confronto che ufficialmente nasce anche dall’esigenza di fare il punto sulle prossime olimpiadi, quelle invernali di Milano-Cortina 2026. Si disputeranno in Italia e Meloni ha garantito il massimo sostegno del governo nell’incontro in cui era presente anche il presidente del Coni, Giovanni Malagò. 

Nel confronto, però, si è parlato anche di questi Giochi, quelli di Parigi. E, inevitabilmente, del caso delle ultime ore. Parliamo dell’incontro di boxe tra l’italiana Angela Carini e l’algerina Imane Khelif, un match preceduto dalla polemica e finito con uno scontro tutto politico in seguito al ritiro dell’atleta azzurra dopo 46 secondi. 

Olimpiadi e caso Carini, Meloni ci riprova

La questione del caso Carini-Khelif è stata posta da Meloni durante l’incontro, nella speranza di allargare la discussione a un piano internazionale. Un tentativo di far uscire il tema dai confini nazionali e provare a ottenere qualcosa in chiave globale. Il modo in cui la presidente del Consiglio ha introdotto il tema lo chiarisce Palazzo Chigi, che in una nota spiega come Meloni abbia chiesto “delle regole per garantire equità nelle gare”.

Insomma, torna l’argomento già usato – più sui social che a livello diplomatico – il giorno prima: il match non sarebbe stato equo per le caratteristiche dell’atleta algerina, presentata però in Italia in modo diverso da ciò che è: si tratta di una persona nata donna, anche se con livelli di testosterone più alti del consueto. Meloni è quindi tornata a parlare di equità delle regole e dell’importanza di un match alla pari. Palazzo Chigi conclude la nota spiegando che Meloni e Bach hanno concordato che “rimarranno in contatto per valutare come affrontare la questione per il futuro”. 

Rispedito al mittente

Il messaggio, però, non sembra aver trovato molto interesse da parte di Bach. Che, al di là delle dichiarazioni di rito, non mette in alcun modo in discussione la correttezza dell’incontro, ribadendo semplicemente che l’atleta algerina è una donna e che le pretese italiane hanno quindi poco fondamento. All’Ansa è lo stesso Bach a confermare che durante l’incontro si è parlato “anche” del caso Carini durante quello che è stato un confronto che, come sempre avviene per diplomazia in questi casi, viene definito “positivo”. 

“Siamo rimasti d’accordo di restare in contatto per dare il benvenuto allo stesso background scientifico e rendere la situazione più comprensibile”, dice Bach. Come a dire che il Cio dimostrerà, se necessario, che Khelif poteva partecipare a questa competizione olimpica, secondo le attuali regole. 

Ma c’è soprattutto una spiegazione che arriva da Bach e che di fatto tronca ogni velleità italiana. “Lei – dice riferendosi alla pugile algerina – è una donna”. Su questo il Cio non ha dubbi. E c’è di più, perché come già sottolineato più volte, Bach ricorda come Khelif abbia anche “fatto competizioni per sei anni a livello internazionale”. Non è di certo una novità assoluta e neanche di queste Olimpiadi, avendo già partecipato (e perso ai quarti) nei Giochi di Tokyo tre anni fa. 

In conclusione, Bach a Meloni offre giusto un contentino: “Condividiamo i punti di vista e siamo d’accordo sul chiarire e migliorare il background scientifico di cui abbiamo parlato”. Frasi di circostanza, perché su una cosa non c’è dubbio: per il Cio il match tra Khelif e Carini è regolare perché l’atleta algerina è una donna. Punto.