Le autonomia differenziata per il Veneto, la Lombardia e l’Emilia Romagna tanto cara alla Lega si incaglia in Parlamento, con la complicità di una parte del partito di Matteo Salvini che non vuole rischiare di perdere i voti del sud prima delle elezioni europee e il placet di Forza Italia. Ieri il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella ha convocato al Quirinale i presidenti delle Camere, Roberto Fico e Maria Elisabetta Alberti Casellati per affrontare il tema dell’autonomia, che la Lega avrebbe voluto sottoporre all’esame parlamentare senza la possibilità di emendare il testo.
Una possibilità, quest’ultima, assolutamente esclusa dal Quirinale che ha quindi chiamato Fico e Casellati per tracciare una via parlamentare per l’approvazione delle intese con le Regioni, aperta alle modifiche del Parlamento. Un’operazione complicatissima visto che è la prima volta nella storia repubblicana che si decide di applicare il nuovo testo dell’articolo 116 della Costituzione. Così si sarebbe stabilito di affidare a ciascuna commissione parlamentare, sia alla Camera che al Senato, il compito di esaminare le parti delle intese in base alla competenza per materia, e in tale sede consentire ai parlamentari di presentare i propri emendamenti.
Una volta terminato l’esame da parte di tutte le commissioni, le modifiche dovrebbero essere inviate alle commissioni Affari Costituzionali di Camera e Senato affinché redigano in testo da sottoporre al voto in aula. Solo dopo il Governo potrebbe convocare le Regioni per siglare le intese, ma il problema nascerebbe nel caso in cui il testo uscito dal Parlamento non piacesse ai governatori. In tal caso, non è ancora chiaro se il testo dovrebbe tornare in Parlamento prima della firma, ma quel che è chiaro che alla fine di questo procedimento la norme dovrebbero essere nuovamente votate dalle Camere articolo per articolo. Insomma, si prospetta un iter lunghissimo capace di impantanare per sempre le Autonomia.
A meno che non si decida di fare una commissione bicamerale per le riforme costituzionali per cui servono i 2/3 dei voti in Parlamento o un referendum. La via dell’esame in tutte le commissioni avrebbe anche il sostegno del presidente del Senato, Alberti Casellati, in quota Forza Italia, anche se nelle scorse settimane si sarebbe dimostrata più riottosa di Fico a consentire l’emendabilità delle intese con le Regioni. Ma ora il percorso iniziale sembrerebbe tracciato.
Anche una parte del partito di Salvini sarebbe favorevole a questo approccio visto che portare avanti l’autonomia delle regioni rischia di produrre un effetto boomerang sulla crescita della Lega al sud, specialmente a ridosso delle elezioni europee. Così una soluzione interlocutoria che metta tutto nelle mani dei tempi biblici di una procedura parlamentare, da scrivere interamente (anche attraverso l’intervento delle giunte del regolamento di Camera e Senato) consentirebbe al Carroccio di non doversi rimangiare la battaglia di una vita.