Delineare un incidente diplomatico sarebbe esagerato. Ma quegli inviti paralleli partiti dalle ambasciate, per lo stesso giorno e per la stessa ora, di certo hanno creato un po’ di scompiglio tra i responsabili diplomatici dei due paesi in questione. Partiamo dall’ambasciata Usa a Roma, il cui vertice continua a essere vacante (e forse questa è la vera notizia nella notizia). Nei giorni scorsi sono partiti gli inviti a manager, imprenditori, giornalisti e lobbisti nostrani per il tradizionale festeggiamento dell’“Indipendence Day”. La ricorrenza, la cui data storica è il 4 luglio (oggi), verrà celebrata a Villa Taverna il 5 luglio (domani). Quest’ultima è la data riportata sull’invito diffuso dall’attuale incaricata d’affari ad interim della sede diplomatica a stelle e strisce, Kelly C. Degnan. Il tutto con ingresso dalle 18.50 alle 19.10.
Gli altri – Peccato, però, che la stessa data e lo stesso orario di ingresso compaiano su un altro invito “diplomatico”, stavolta predisposto dall’ambasciata a Roma del Sud Africa. Qui la responsabile della sede diplomatica, Nomatemba Tambo, ha invitato grosso modo gli stessi destinatari della missiva Usa a una serata dedicata “al lancio delle nuove serie Bmw, alla moda e all’arte italiana, eventi combinati con musica e vino sudafricano”. Inutile dire che molti manager, imprenditori e lobbisti si sono trovati con questi due inviti in mano. Cosa fare adesso? A quanto pare l’ambasciata Usa non ha gradito il contestuale invito dei colleghi del Sud Africa. Ma tant’è. Di sicuro la gaffe, seppur indirettamente, richiama la situazione come minimo anomala che si sta vivendo all’ambasciata Usa in Italia. A più di 5 mesi dalla designazione del nuovo ambasciatore, individuato da Donald Trump nella persona del finanziere Lew Eisenberg, il nuovo vertice della sede diplomatica non si è ancora insediato. Eisenberg, già tesoriere del Partito repubblicano e per 20 anni a Goldman Sachs, è stato scelto dal nuovo inquilino della Casa Bianca a gennaio. Da allora, a quanto pare, la relativa pratica è all’esame del Senato Usa, dove non corre affatto spedita.
La situazione – E così l’ambasciata a stelle e strisce a Roma è ancora retta dalla Degnan, incaricata d’affari, per giunta ad interim. Questo stato di cose, dicono i maliziosi, renderà meno appetibile anche l’“Indipendence Day” in programma per domani. L’appuntamento, infatti, viene storicamente utilizzato da manager, imprenditori e giornalisti per fare un po’ di lobbying con l’ambasciatore Usa. Che però, stavolta, non c’è. Cosa che potrebbe portare i poteri più o meno forti italiani a snobbare l’appuntamento. Peraltro la diplomazia Usa ha una casella ancora scoperta pure in Vaticano. Anche qui Trump ha già compiuto la sua scelta, individuando come responsabile Callista Gingrich, consorte del più celebre Newt Gingrich, pezzo da novanta dei Repubblicani. Anche per la Gingrich, designata a maggio scorso, si attende il disco verde del Senato statunitense.
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