Approssimativa e inconcludente nella battaglia contro il coronavirus, arroccata nella vecchia e fallimentare politica dell’austerity e divisa da mille egoismi, l’Europa ha stancato pure gli scienziati. Mauro Ferrari si è dimesso dalla presidenza del Consiglio europeo per la ricerca, l’Erc, mollando l’incarico che ricopriva solo dal 1° gennaio, sostenendo di essere “estremamente deluso dalla risposta europea” alla pandemia e lamentando degli ostacoli istituzionali e politici incontrati mentre tentava di creare velocemente un programma scientifico per combattere il virus.
LO STRAPPO. “Ne ho abbastanza sia della gestione della scienza, delle operazioni politiche e dell’Unione europea. Ho perso fiducia nel sistema”, ha dichiarato lo scienziato. Un brutto colpo per l’Ue. Che la Commissione europea ha provato a parare con scuse improbabili. Il portavoce dell’esecutivo di Ursula von der Leyen, Johannes Bahrke, ha così fatto sapere che il 27 marzo c’è stato un voto nel quale 19 membri del comitato scientifico hanno chiesto le dimissioni del presidente Ferrari. A cercare di mettere un’altra pezza è poi stata Erica Mamer, portavoce della von der Leyen, evidenziando che non è corretto dire che la presidente ha chiamato Ferrari essendo successo il contrario. La commissione Ue, ha aggiunto quindi Bahrke, “ringrazia Ferrari per il suo lavoro e ha messo in piedi un comitato che sceglierà un suo successore, ma nel frattempo sarà sostituito da un vice presidente. La commissione rispetterà sempre l’autonomia scientifica della Erc”. Pezze.
LE REAZIONI. “L’Europa perde una mente brillantissima. Peccato”, ha commentato con un tweet le dimissioni di Ferrari il virologo Roberto Burioni. Per Forza Italia è l’ennesima sconfitta dell’Unione europea. “A far riflettere non è solo il gesto dello scienziato italiano, ma le motivazioni – ha precisato il deputato azzurro Roberto Novelli – di fronte a una pandemia che sta mietendo vittime in tutti i Paesi l’organismo dell’Unione europea deputato a finanziare la ricerca scientifica ha respinto la proposta di Ferrari di varare un piano di azione basato sulla ricerca di nuovi farmaci, vaccini, metodi diagnostici. Proposta insensatamente respinta per incredibili ragioni burocratiche”.
Sulla stessa linea FdI e l’europarlamentare leghista Elena Lizzi. “L’Europa – afferma la Lizzi – rinuncia a una mente straordinaria, dimostrandosi ancora una volta inadeguata nel gestire un’emergenza che necessita una visione nuova”. A cercare di difendere l’Ue è invece Patrizia Toia, eurodeputata del Pd e vicepresidente della commissione industria, ricerca ed energia: “Ferrari è uno scienziato di grande valore e probabilmente, nel suo approccio, l’urgenza del cambiamento e la concentrazione su un unico tema non hanno consentito quel dialogo e quella condivisione utili per adeguare all’urgenza anche le modalita’ di lavoro dell’Erc”.