Fanno discutere le immagini di Ilaria Salis, incatenata in tribunale a Budapest. Laura Ferrara, eurodeputata M5S, è davvero una sorpresa scoprire che l’Ungheria di Orbán viola i diritti comunitari?
“Non lo è. Chi da tempo segue le dinamiche europee sa benissimo come funziona la giustizia in Ungheria dove lo stato di diritto, la democrazia è i diritti fondamentali subiscono da tempo sistematico attacchi. L’Ungheria è sottoposta sia alla procedura ex art 7 riguardante la violazione dei valori europei che come sanzione massima prevede la sospensione del diritto di voto in Consiglio, sia alle procedure del regolamento 2020/2092 sulla condizionalità di bilancio”.
Come è andata a finire?
“Orbán se n’è infischiato, ha tirato dritto e siamo arrivati al punto che ricatta le Istituzioni europee come successo nell’ultimo Consiglio europeo di dicembre. Il caso Salis è solo la punta dell’iceberg di come funziona il sistema giudiziario ungherese, non a caso il 22 dicembre 2022 la Commissione europea aveva sospeso l’erogazione di 20 miliardi di euro tra fondi di coesione e Pnrr ungherese. Poi ci sono problemi di conflitti di interessi, di adeguata protezione dei diritti delle persone Lgbtq e del mancato accesso all’asilo per i migranti. Orbán tradisce i valori europei ed è un peccato che ieri la Commissione abbia risposto che non commentano gli episodi individuali. Dal rispetto di ciascuno si misura la forza delle nostre democrazie”.
Come se ne esce?
“Come M5S siamo favorevoli alla sospensione del diritto di voto dell’Ungheria in Consiglio. L’Ue non è un bancomat che elargisce soldi a fondo perduto. Tra l’altro non dimentichiamo che i fondi europei provengono dalle tasse dei cittadini italiani e quindi bisogna essere rigorosissimi. Lunedì prossimo al Parlamento europeo ci sarà un dibattito: ribadiremo la nostra posizione”.
Come si spiega che l’Ungheria di Orbàn sia stata fatta entrare nell’Ue e perché ne fa ancora parte?
“Nel 2004 si è compiuta la più grande fase di allargamento della storia dell’UE e sono entrati ben 10 Paesi tra i quali l’Ungheria. Molti hanno fatto Passi da gigante e adesso sono a pieno titolo Paesi europei, altri invece come l’Ungheria hanno fatto un’involuzione pericolosa. Gli anticorpi ce li abbiamo, come l’attivazione dell’articolo 7, ma vanno usati”.
Intanto Tajani ha detto di aver saputo delle condizioni di detenzione della Salis dalle immagini dei media, salvo venir sconfessato dal padre della giovane, mentre il ministro Lollobrigida ha detto di non poter commentare perché non ha visto le immagini… Che ne pensa?
“È davvero stupefacente come la destra faccia di tutto per minimizzare il trattamento che Ilaria Salis sta subendo in Ungheria pur di non criticare l’alleato Orbán. La verità è che Fratelli d’Italia si prepara ad accogliere Orbán nel loro gruppo al Parlamento europeo con reticenze e arrampicate sugli specchi, peccato che invece per il bene di una cittadina italiana maltrattata all’estero servirebbe l’unità di tutta la classe politica”.
Molti esponenti di governo, nonostante Ilaria sia solo indagata, ne parlano come se fosse già colpevole ma in altri casi, come quello di Pozzolo o di Sgarbi, sembrano molto più indulgenti.
“La destra da sempre protegge i forti e ignora le esigenze dei più deboli. È nel loro dna”.
Come mai tanta indulgenza nel trattare questo caso e nel puntare il dito contro le politiche di Orbán?
“Ieri l’ex premier polacco Mateusz Morawiecki, uno degli alleati di Ecr di FdI, era a Bruxelles e ha aperto le porte di Ecr a Fidesz, il partito di Orbán espulso dal Ppe per le sue derive autocratiche. Noi ci chiediamo: Meloni è stata finora così morbida verso Orban perché sarà suo prossimo alleato? Lo dica chiaramente, questi silenzi sono davvero inopportuni. Il governo italiano si deve impegnare in ogni sede istituzionale per garantire i diritti fondamentali dei suoi cittadini, ovunque essi si trovino”.