Sono finalmente arrivate le norme anti-delocalizzazioni per le imprese in fuga. Rossella Accoto, sottosegretaria M5S al Lavoro, ritiene siano un giusto compromesso?
“Su questo tema come M5S ci siamo sempre esposti sin dall’inizio della legislatura con il Decreto dignità. Finalmente sembra che il traguardo sia vicino. Ciò che si sbaglia però è vedere questa norma come una proposta volta esclusivamente a punire le imprese che delocalizzano all’estero. La sanzione certamente è un disincentivo, ma il nostro obiettivo è prima di tutto portare le aziende al tavolo della contrattazione con le parti sociali. Salvare i posti di lavoro è da sempre la nostra priorità e possiamo perseguirla solo attraverso il confronto”.
La partita del Superbonus ancora non si è chiusa. Perché per voi del M5S è così importante?
“Basta guardare i dati per capire il suo grande successo. Al 30 novembre sono quasi 70.000 gli interventi edilizi incentivati per un totale di 11,9 miliardi di investimenti. Grazie a questa norma abbiamo rilanciato il settore edilizio e portato avanti il nostro Paese nel percorso per l’abbattimento delle emissioni di gas serra con l’efficientamento energetico del patrimonio immobiliare italiano. Siamo stati lungimiranti e con la nostra battaglia per introdurre questa detrazione abbiamo anticipato tutti i partner europei su questa strada. Ora che abbiamo questo vantaggio ridimensionare il superbonus con limitazioni e paletti sarebbe un errore madornale che non possiamo permetterci”.
Il Reddito di cittadinanza continua a rimanere nel mirino della Lega. Perché tanta ostilità verso questa misura?
“Il suo rifinanziamento con un miliardo aggiuntivo, salvaguardando l’entità dell’assegno per i percettori, è un riconoscimento per il suo ruolo di scudo contro la povertà e una risposta ai tanti seminatori di odio contro i più deboli. La sua bontà è stata riconosciuta anche in Europa ma, purtroppo, spesso non si guarda neanche in faccia alla povertà pur di strumentalizzare politicamente quella che è una delle più grandi conquiste sociali degli ultimi decenni”.
A proposito com’è finita con i contratti dei navigator?
“Si è trovato l’accordo per la proroga di 4 mesi dei contratti di questi professionisti che ormai sono circa 2200. Il loro numero si sta riducendo progressivamente perché tanti, per delusione o scoramento, hanno cercato opportunità lavorative altrove. Una sconfitta per il Paese che li ha selezionati e formati, investendo risorse economiche e integrandoli per oltre due anni nei Centri per l’Impiego. Ora dobbiamo lavorare per trovare una soluzione strutturale per loro: i Cpi sono in grave difficoltà e hanno manifestato preoccupazione per l’eventuale perdita dei Navigator. Una carenza ulteriore negli organici minerebbe la partenza e il risultato del programma Gol e il rilancio delle politiche attive del lavoro”.
Perché le Regioni sono così in ritardo con le assunzioni nei Centri per l’Impiego?
“Il piano di potenziamento dei Cpi è partito nel 2019 e prevedeva 11535 nuove assunzioni. Purtroppo i numeri ad oggi non sono rosei, infatti al 31 dicembre saranno stati assunti circa 4000 nuovi operatori, poco più del 30% di quelli attesi. Per rilanciare le politiche attive del lavoro è necessario un sistema sinergico con pubblico e privato che siano entrambi attori di questa trasformazione. Un servizio pubblico di reclutamento in salute è necessario perché presta servizi a tutti i cittadini soprattutto a quelli più deboli e che trovano difficoltà a reinserirsi nel mercato del lavoro”.
Il sindacato ha scioperato contro una Manovra che considera iniqua. È giusto criminalizzare la scelta di Cgil e Uil?
“Il diritto di sciopero è costituzionalmente riconosciuto, va preservato. L’ascolto e il dialogo non possono essere sospesi o rinviati, neanche di fronte a situazioni emergenziali. Tra l’altro nel momento in cui stiamo pianificando la ripartenza è necessario ascoltare tutti i punti di vista. Il dialogo con le parti sociali è necessario”.
A quando il salario minimo?
“La proposta di legge M5S è in discussione in commissione Lavoro in Senato. È necessario procedere speditamente. C’è la concreta possibilità che la direttiva europea sul tema venga approvata entro il primo semestre 2022”.