“La nascita del Governo Conte-2 ha risolto non solo la crisi politica della precedente maggioranza ma anche l’emergenza istituzionale causate entrambe dalla follia estiva di Salvini”. Non ha dubbi il senatore M5S, Primo Di Nicola, vicepresidente della Vigilanza Rai.
Sta forse dicendo che la nascita di questo nuovo Esecutivo giallorosso è merito di Salvini?
“Mi limito a costatare che il risultato prodotto dalla deriva autoritaria imboccata dall’ex ministro dell’Interno, che ha fatto strame delle prerogative del Parlamento e del Presidente della Repubblica rivendicando per sé pieni poteri con la richiesta di elezioni immediate, è stato proprio la formazione di una nuova maggioranza e di un nuovo Governo”.
Di cui lei, mi pare di capire, sia soddisfatto…
“Sono stato tra i primi a prendere atto dell’irreversibilità della rottura tra M5S e Lega. Perché è inaccettabile che, in nome dei propri interessi di parte, il leader di un partito arrivi a provocare una crisi di Governo in pieno agosto, ad invocare elezioni subito entrando a gamba tesa nelle prerogative del Capo dello Stato, salvo poi fare marcia indietro, come se nulla fosse, quando ha visto naufragare il proprio disegno. Come ho già avuto modo di affermare, ritengo che tenere lontano Salvini dal Governo del Paese, almeno in questa fase, sia un dovere democratico per salvaguardare la credibilità della politica e delle Istituzioni”.
La battaglia da lei armata in Vigilanza contro la doppia presidenza Rai-RaiCom di Foa ha visto per la prima volta nella legislatura la convergenza tra M5S e Pd. Pensa che sia stato l’embrione di questa nuova maggioranza parlamentare?
“Certo, non si può dire che l’intento fosse questo. Si trattava di una battaglia per rimuovere l’evidente conflitto d’interessi in cui versava il presidente della Rai, Marcello Foa, eletto su indicazione della Lega ai vertici della Tv pubblica. Ma, come già allora ebbi modo di rilevare, le dinamiche della commissione di Vigilanza hanno spesso anticipato gli scenari e gli equilibri parlamentari. Con il senno di poi, il caso Foa non ha fatto eccezione rispetto alla regola non scritta delineata dai precedenti”.
Il Pd ha chiesto discontinuità rispetto all’esperienza gialloverde. Eppure, molti punti del programma delineato dal premier sembrano, al contrario, in continuità con l’agenda programmatica M5S, non trova?
“Non c’è dubbio che molti temi, come il taglio dei parlamentari, lo stop alle trivelle, la revisione delle concessioni autostradali, l’ambiente, l’impegno per le fasce più deboli della popolazione, ad esempio attraverso l’introduzione del salario minimo e il taglio del cuneo fiscale, sposino, per fortuna, fedelmente il programma che ha portato i 5 Stelle a diventare maggioranza relativa in Parlamento. Credo pertanto che la continuità, intesa come fedeltà al programma e alle battaglie storiche del Movimento, non possa fare che bene a questo Governo che, peraltro, sta già cominciando a distinguersi dal precedente per sobrietà di linguaggio, serietà e responsabilità”.
Non sono mancate, però, le prime tensioni innescate dalle dichiarazioni di alcuni ministri del Pd. Un campanello d’allarme?
“Credo che ci siano tutte le condizioni per evitare dissidi. Sarà sufficiente aderire alll’invito di Conte alla leale collaborazione. E a praticare un nuovo linguaggio per la politica, evitando polemiche e concentrandosi sui dossier. Il programma, del resto, è chiaro”.