Su 45 tiri Carlos Bacca ha siglato 23 reti. Questa è l’incredibile media del bomber del Milan. Un nome certamente meno altisonante di Icardi e Higuain (anche se proprio oggi Adriano Galliani ha tenuto a precisare che parliamo di tre attaccanti a pari livello), ma le cui statistiche sono impresisonanti. D’altronde non è un caso che Bacca, ieri, è andato a dormire agganciato a Callejon a quota cinque gol. È il capocannoniere del campionato, almeno per una notte, dopo essere stato messo in punizione perché aveva criticato la scarsa continuità dei compagni a rifornirlo di palloni. La rivendicazione gli è costato una semi-squalifica, perché Montella ci ha messo un po’ prima di liberarlo a Marassi: gol con la Samp e gol con la Lazio. Tanto basta.
IL PESCIVENDOLO – Ma allora eccola la storia di Bacca. LGià, perché quella di Carlos Bacca è una di quelle da farci un film o scriverci un libro. Pescivendolo, controllore sul bus e talento dell’Atletico Junior. Nato a Barranquilla nel 1986, Bacca ci ha messo un po’ per diventare un calciatore di prima fascia, per via anche di una situazione familiare particolare. Bacca appena cinque anni fa aiutava il papà a vendere il pesce e contemporaneamente faceva il controllore su un autobos di linea. A fine giornata inseguiva il suo sogno: il giovane Carlos si allenava con l’Atletico Junior, la squadra che lo ha lanciato nel grande calcio. E ora è al Milan, pronto a registrare altri incredibili numeri.