Il secondo mandato di Attilio Fontana alla guida della Regione Lombardia è diventato operativo ieri con la prima riunione di giunta. Domani presidente e assessori saranno in Consiglio regionale.
Vittorio Feltri non presiederà la prima seduta in Consiglio regionale. Toccherà a Fontana subentrare. Non era mai successo in cinquant’anni
Durante la prima seduta dell’assemblea saranno eletti il presidente del Consiglio regionale e i componenti dell’Ufficio di Presidenza (due vice presidenti, uno di maggioranza e uno di minoranza, e due consiglieri segretari, espressione anch’essi della maggioranza e della minoranza). All’inizio della stessa seduta sono previste anche le procedure di subentro dei primi dei non eletti che saranno chiamati a sostituire in aula i consiglieri eletti nominati assessori regionali (11 in totale, tra i quali l’ex assessore alla Sanità, il forzista Giulio Gallera).
A presiedere la prima seduta del Consiglio regionale sarebbe dovuto essere Vittorio Feltri, consigliere anziano, ma il giornalista probabilmente non si presenterà neppure in aula ad inizio lavori dopo le polemiche suscitate dal suo post sulla tragedia di Cutro con i migranti invitati “a starsene a casa loro” perché “partire è un po’ morire” e alcune esternazioni poco istituzionali (“una gran rottura di c…” presiedere la seduta, “una miseria i 13mila euro di stipendio come consigliere regionale”).
Prese di posizione che hanno spinto le opposizioni a protestare e a chiedere che non fosse il direttore editoriale di Libero a dirigere i lavori del consiglio regionale. Secondo per anzianità è proprio Fontana e sarà la prima volta in cinquant’anni che un presidente di Regione svolgerà il ruolo di presidente dell’assemblea regionale.
Una soluzione che evita l’imbarazzo di passare la palla al terzo consigliere per anzianità, Vittorio Sgarbi, eletto nelle liste di “Noi Moderati”, fresco di lite con la responsabile lombarda di Forza Italia, Licia Ronzulli, colpevole, secondo il critico d’arte, di non averlo voluto in giunta come assessore alla Cultura. Quella di giunta di ieri, sono le parole pronunciate da Fontana, è stata “riunione piena di entusiasmo” e da parte di tutti gli assessori “è emersa una grande voglia di fare e di proporre nuove idee”.
Fontana ha illustrato le linee fondamentali del Programma regionale di sviluppo
Fontana ha illustrato le linee fondamentali del Programma regionale di sviluppo (Prs), il principale documento di programmazione dell’Ente, che individua gli obiettivi ritenuti strategici per i prossimi cinque anni, che cambia denominazione e diventa Prs-s, perché “dovrà essere innanzitutto sostenibile, seguendo le tre declinazioni di sostenibilità ambientale, economica e sociale”.
Fontana porterà il programma in consiglio regionale per l’approvazione entro 60 giorni dall’insediamento della Giunta, dunque intorno a metà giugno. Il governatore ha sottolineato “la stretta correlazione tra programmazione, attuazione e rendicontazione: ogni anno, come in passato, la giunta dovrà essere in grado di dare conto ai cittadini dello stato di raggiungimento degli obiettivi prefissati, in una prospettiva di piena trasparenza e partecipazione”. Tecnicamente il programma, spiega una nota di Palazzo Lombardia, “avrà un approccio data driven, con istruttorie basate sui dati a guidare le scelte dei decisori politici”.
Un’altra delle più importanti novità sarà quella di puntare su una visione trasversale: il Prs-s non sarà declinato verticalmente, per singoli assessorati, ma attraverso linee strategiche che aggregano obiettivi, per favorire l’utilizzo integrato delle risorse e lo sviluppo di sinergie”. “Per questo”, conclude la nota, “il nuovo Prs-s rispecchia l’impostazione del programma elettorale del presidente Fontana, che aveva individuato sette pilastri verso i quali fare convergere tutte le politiche di legislatura”.