Con “opti pobà” pensavamo proprio di averle ascoltate tutte. Ma non c’è limite al peggio dalle parti della Federazione italiana gioco calcio. Che nelle dichiarazioni non ne azzecca nemmeno mezza. L’ultima sparata arriva da Felice Belloli, uno dei fidi scudieri del presidente Carlo Tavecchio, e a capo della Lega nazionale dilettanti. Che, a quanto pare, nonostante le smentite, l’avrebbe sparata davvero grossa sul calcio femminile: “Basta! Non si può sempre parlare di dare soldi a queste quattro lesbiche”.
CARTA CANTA
Una frase riportata sul verbale di riunione del 5 maggio scorso del consiglio di dipartimento del calcio femminile della Lega dilettanti. Insomma Belloli per spiegare che fondi a disposizione per lo sviluppo dell’attività femminile non ce ne fossero è andato oltre. Davvero troppo. Ora il documento incriminato è stato trasmesso alla Procura della Figc. Scoppiato il caso Belloli prova ad arrampicarsi sugli specchi e, interpellato dall’Adnkronos, si difende: “Bisogna dimostrare che ho detto certe parole. Ora lo dimostrino. Avrei detto queste cose? Avrei, appunto…”, ha spiegato Belloli. Che di dimettersi non ci pensa proprio: “Non so chi può chiedere le mie dimissioni. Io, in ogni caso, non ho mire politiche. So cosa fare”. Insomma una nuova gatta da pelare per la Federazione. Con il presidente Tavecchio accusato in un recente passato di razzismo, il consigliere federale, nonché presidente della Lazio, Claudio Lotito che affermò “il Carpi non può andare in serie A” (smentito dai fatti, ndr) e ora l’ultima perla. Speriamo davvero sia l’ultima.