Sempre più difficile la posizione del senatore leghista Roberto Marti (nella foto). La Giunta per le elezioni e le immunità parlamentari del Senato ha iniziato a esaminare la richiesta di autorizzazione all’utilizzo di intercettazioni di conversazioni telefoniche dell’esponente del Carroccio fatta dal gip del Tribunale di Lecce, Giovanni Gallo, nell’ambito di un inchiesta sull’ipotesi di voto di scambio nell’assegnazione di alcune case popolari a vantaggio anche di un esponente della Sacra Corona Unita, e ha deciso di approfondire.
Ha approvato così, all’unanimità, la richiesta da fare al Tribunale di Lecce di un’integrazione istruttoria avanzata dal senatore Pietro Grasso, finalizzata ad acquisire l’elenco delle intercettazioni citato nella parte conclusiva dell’ordinanza ma non allegato al fascicolo, oltre a informazioni sull’inchiesta di cui il procedimento oggetto dei lavori della Giunta costituisce uno stralcio. Marti è indagato per tentato abuso di ufficio, falso ideologico aggravato e tentato peculato insieme a due ex assessori di Lecce, un funzionario comunale, e altri tre.
“Il senatore Marti – ha sostenuto nei giorni scorsi la senatrice pentastellata Barbara Lezzi – è un uomo forte della Lega di Salvini in Salento. Prima di essere deputato nella scorsa legislatura è stato assessore ai servizi sociali del Comune di Lecce. L’inchiesta della Procura di Lecce in cui è coinvolto nasce da una sospetta assegnazione di un immobile sequestrato alle organizzazioni mafiose salentine ad un elemento di spicco della Sacra Corona Unita”.