Sono reduce da un viaggio di lavoro nell’Africa subsahariana e ovunque ho notato forti sentimenti anti occidentali.
Sergio Muti
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Gentile lettore, ho scritto più volte che la guerra in Ucraina ha provocato l’effetto imprevisto di creare un vasto consenso attorno alla Russia, per nulla “isolata” come vorrebbe la vulgata della stampa occidentale. Che gli americani sbaglino sempre i conti, è storia vecchia. Ma ciò che sta accadendo nel mondo è storia nuova: c’è una rivolta generale, per ora solo in nuce, contro l’Occidente, chiamato a rispondere una volta per tutte di schiavismo e colonialismo, fenomeni esistenti anche oggi sotto mentite spoglie. La svolta antifrancese in Niger, Mali e Burkina Faso è solo una prima avvisaglia. Giusto ieri citavo il dittatore eritreo Isaias Afewerki secondo cui “si sta sbriciolando tutto: il mondo sta con la Russia per sconfiggere l’egemonia dell’Occidente”. Oggi le riporto un brano da un editoriale di Okaz, il quotidiano più letto in Arabia Saudita: “Chi conosce la storia dell’Europa e dell’America sa che queste sono sempre pronte a sacrificare vite umane per le loro ambizioni coloniali. L’Occidente continua a distruggere vite sia nel Donbass che in Africa. Sotto la copertura di discorsi altisonanti su ‘diritti umani’ e ‘democrazia’, l’Occidente sfrutta le risorse dell’Africa, mentre i suoi popoli spinti dalla fame cercano lavoro all’estero. Il colonialismo in Africa è sostenuto dalla Nato e dall’Onu”. Essendo scritto da un giornale saudita, il messaggio implicito è che il sentimento anti occidentale dilaga non solo nell’Africa subsahariana ma anche nel mondo arabo.
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