La cuccagna sta per estendersi a 17 nuovi enti. Il contesto di riferimento è quello dei fondi erogati ogni anno dal ministero degli esteri, oggi guidato da Angelino Alfano, “in materia di partecipazione dell’Italia alle iniziative di pace e umanitarie in sede internazionale”. Parliamo di erogazioni introdotte la prima volta con la legge 180 del 1992, una delle tante fonti di finanziamento attraverso le quali la Farnesina fa arrivare nuova linfa alle casse delle più disparate organizzazioni. Arrivato al ministero da poco, Alfano ha subito introdotto una novità: nell’elenco dei potenziali beneficiari dei fondi ha inserito 17 nuove entità, come emerge da un decreto fatto arrivare proprio in questi giorni a Camera e Senato per i pareri di rito. L’analisi della lista fa emergere curiosità e spunti di riflessione.
I casi – Tra i nuovi organismi c’è per esempio l’Iai (Istituto affari internazionali), un think tank che in realtà la Farnesina nel corso degli anni ha finanziati attraverso altri canali, ma mai con quello della legge 180. L’istituto è presieduto dall’ambasciatore Ferdinando Nelli Feroci, ma nel suo comitato direttivo siede un ministro in carica come Carlo Calenda. Tra le new entry c’è anche il Cespi (Centro studi politica internazionale), alla cui presidenza troviamo un ex ministro Ds-Pd come Piero Fassino e nel cui comitato scientifico siede Luca Bader, storico segretario particolare di Paolo Gentiloni, oggi consigliere politico del premier, sistemato anche nel Cda di Leonardo (ex Finmeccanica). Tra i nuovi beneficiari dei fondi spunta fuori anche la Ssm, ovvero la Scuola superiore della magistratura che in Italia non è mai decollata fino in fondo. Nella relazione illustrativa alla provvedimento, la Farnesina spiega che l’inserimento della Scuola si giustifica in base al fatto che già l’anno scorso il ministero le aveva erogato 100 mila euro “per un progetto di formazione per una delegazione di magistrati della repubblica del Messico”.
Gli altri – Balza all’occhio anche l’inserimento nell’elenco dei beneficiari dell’Anac, l’Autorità nazionale anticorruzione presieduta da Raffaele Cantone. “L’inclusione”, spiega ancora la relazione illustrativa, “sarebbe utile per poter realizzare progetti anticorruzione nell’area balcanica, anche come seguiti dal processo di Berlino”. Ma siamo sicuri che tutti questi soggetti rientrino nelle “iniziative di pace e umanitarie in sede internazionale” come chiede la stessa legge 180 del 1992? Domanda che può essere estesa anche ad altri think tank confermati nell’elenco come l’Ispi (Istituto per gli studi di politica internazionale), guidato dall’ambasciatore ed ex capo dei Servizi Segreti Giampiero Massolo, che ha tra i suoi soci gruppi a cui certo non mancano soldi come A2A, Borsa Italiana, Deutsche Bank, Salini e Unicredit. L’unica cosa che il decreto non chiarisce è l’ammontare di questi fondi. Si spiega solo che gli enti, vecchi e nuovi, per poter essere finanziati dovranno presentare progetti, poi valutati dalla Farnesina.
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