di Alessandro Barcella
Centoquaranta nuovi militari e altre 274 telecamere di video-sorveglianza: basteranno? A Milano in queste ore si fa un gran parlare di sicurezza, dopo i tragici episodi della “mattanza” al quartiere Niguarda. Il Sindaco Giuliano Pisapia è volato nei giorni scorsi a Roma, per strappare soldi e promesse concrete di un rafforzamento della sicurezza della città che tra poco più di 2 anni ospiterà 20 milioni di visitatori dell’Expo. La “ricetta” è stata servita nel breve volgere di pochi giorni: nuovi militari a presidiare il territorio e 2 milioni di euro a finanziare altre telecamere nelle nove circoscrizioni della città che è già tra le più videosorvegliate d’Europa.
Terrore tra la folla
Non tutti però sembrano essere d’accordo sulla linea adottata. A cominciare dal leader dei “Fratelli d’Italia” Ignazio La Russa, che da Ministro della Difesa volle per le strade delle città le pattuglie miste forze dell’ordine-militari: “Milano non avrà per strada, a piedi, uomini in divisa nei quartieri a rischio – ha spiegato -. Alfano ha dovuto confermare l’invio a Milano di militari del solo contingente destinato ai presidi dei siti sensibili”. E mentre la città si interroga sulla reale utilità di queste nuove misure straordinarie, il tema sicurezza non sembra voler abbandonare la scena. L’ultimo drammatico, e sintomatico episodio è avvenuto nella mattinata di ieri. Via della Spiga, pieno centro storico e rinomato cuore dello shopping di lusso: un commando di 6 uomini fa irruzione nella boutique di orologi svizzeri “Franck Muller” e per coprirsi la fuga dopo la razzia lancia per strada ben tre bottiglie molotov, una delle quali nelle vicinanze di una scuola. Accade tutto in pieno giorno, attorno alle 11.30, quando i 6 (muniti di passamontagna e mazze da baseball) entrano nel negozio fracassandone le vetrine e portando via un ingente bottino, il cui valore economico è però ancora da quantificare. Era già accaduto, sempre da Franck Muller e con una dinamica pressochè identica, bombe molotov comprese. Poche decine di metri oltre la strada teatro di quest’ultimo grave episodio, la bottega orafa di Giovanni Veronesi, il 74enne ucciso il 21 marzo scorso, sempre in pieno giorno. E forse allora si sta chiudendo la stalla mentre i buoi sono già, da tempo, scappati .