Finisce in Procura lo scontro tra Virginia Raggi e Francesco Gaetano Caltagirone sull’Acea, la municipalizzata di luce e acqua che la candidata sindaco grillina vuole rivoltare come un calzino. Come ha scoperto La Notizia, il 31 marzo scorso a Piazzale Clodio è arrivata una denuncia penale del Movimento Cinque Stelle e dell’Adusbef, l’associazione dei consumatori guidata da Elio Lannutti, contro Equita, la sim presieduta da Alessandro Profumo, Il Messaggero, giornale posseduto da Francesco Gaetano Caltagirone, e Il Sole 24 Ore, diretto da Roberto Napoletano (ex direttore del Messaggero), per una presunta manipolazione del mercato e per diffamazione aggravata ai danni della Raggi. L’esposto è firmato da Lannutti e dai portavoce del Movimento Cinque Stelle alla Camera Daniele Pesco, Ferdinando Alberti, Alessio Matteo Villarosa, Carla Ruocco, Federica Daga, Patrizia Terzonie Ivan Della Valle.
LO SGARBO – I fatti sono questi: il 22 marzo la Raggi afferma in tv che in caso di vittoria intende cambiare il management di Acea. Il giorno dopo il titolo perde il 4% e a quel punto escono prima il Messaggero e poi il Sole 24 Ore, addebitando alla candidata di aver fatto perdere “71 milioni in Borsa ai romani”. A supporto della tesi, viene citato un giudizio di Equita Sim, che toglie il titolo Acea dal portafoglio di azioni consigliate, parlando di “rischio elezioni”. Acea è controllata al 51% dal Comune, seguito dal Gruppo Caltagirone (15,85%) e dai francesi di Suez (12,4%). Nella loro denuncia, i grillini ricordano la lunga catena di disservizi e di conseguenti proteste degli utenti contro Acea, accusata di inondare i romani di “bollette pazze”. E si contesta che una società pubblica che gestisce un bene pubblico come l’acqua debba fare 50 milioni di utili l’anno. Per questi motivi la Raggi promette di cambiare i vertici. Ma quegli articoli di giornale, con l’accusa di aver fatto perdere soldi “ai romani”, li giudica una vera e propria “macchina del fango”. Secondo M5S, del resto, il giorno dopo quelle frasi il titolo aveva recuperato ed Equita uscì con quel giudizio solo perché Profumo sarebbe “notoriamente vicino al Pd”.