Una carriera costruita (anche) sui ricorsi contro il Movimento Cinque Stelle. Almeno quella luminosa della notorietà. Perché c’è un fatto che è oggettivo: se oggi tutti (o quasi) sanno chi sia Lorenzo Borrè è soprattutto per la sua infinita battaglia contro i pentastellati guidati da Giuseppe Conte. Certo è che oggi Borrè compare nella lista degli auto-candidati al Consiglio superiore della magistratura. Un salto non di poco conto, dunque.
I ricorsi contro Conte hanno reso celebre l’avvocato Lorenzo Borrè. E adesso il suo curriculum spunta tra i candidati laici del Csm
Ma partiamo dall’inizio. Il Csm è in realtà già in regime di prorogatio ma a causa della concomitanza delle elezioni politiche la nomina dei componenti laici è stata rinviata. Resta però l’incombenza: il Parlamento in seduta comune è chiamato ad eleggere 10 componenti del Consiglio superiore della magistratura, “secondo procedure trasparenti di candidatura”, come si legge sui siti istituzionali di Camera e Senato. Chi vuole candidarsi autonomamente può presentare il proprio nome e curriculum entro il 10 dicembre. Tra costoro compare, per l’appunto, anche il buon Borrè.
Ma dove nasce l’avvocato? Un passato nel Fronte della gioventù ai tempi del liceo Giulio Cesare, dal suo studio di Prati già dal 2017 ha cominicato ad impugnare espulsioni comminate dai padroni del Movimento, ottenendo in alcuni casi anche importanti reintegri in via cautelare o in base ad accordi extragiudiziali. “Costante, solerte, studia e trova incongruenze in quell’intreccio di armonie approssimative, in quel campo di contraddizioni e di violenze alla logica – e dunque al diritto – che è il non statuto del Movimento”, scriveva tempo fa Il Foglio.
Contraddizioni che parevano essersi risolte con la nomina a presidente di Giuseppe Conte e la parallela nascita di uno statuto ufficiale. E invece no. Almeno non per Borrè che, come noto, ha presentato vari ricorsi al Tribunale di Napoli che hanno portato il Movimento a indire nuovamente le elezioni che hanno riconfermato Conte a capo del Movimento. E anche in quel caso nuovo atto di citazione che contestava il voto di marzo scorso, così come era stato fatto in precedenza per quello di agosto 2021.
Ma il tribunale di Napoli ha rigettato interamente il ricorso. “Leggerò le motivazioni dell’ordinanza e valuteremo insieme ai miei assistiti l’opportunità di proporre reclamo”, ha fatto però immediatamente sapere Borrè che a quanto pare non vuole arrendersi.
Vedremo se avrà sorte più fortunata con il Csm. Certo è che già da ora è in buona compagnia. Tra le candidatura finora depositate figura Mario Antonio Ciarambino, già presidente dell’Ordine degli avvocati di Foggia e candidato di Forza Italia al Senato alle ultime elezioni; Cristiana Coviello, avvocata cassazionista esperta in diritto di famiglia e dallo scorso settembre membro dell’Osservatorio nazionale sulla violenza contro le donne; l’avvocato sassarese Ivano Lai, già legale del cardinal Angelo Maria Becciu.
Curiose poi le candidature di altri due avvocati ed ex politici: l’ex deputato di Alleanza nazionale e Pdl Antonino Lo Presti; e soprattutto Gaetano Pecorella: ex deputato di Forza Italia e del Pdl, è stato anche presidente della Commissione Giustizia della Camera. Porta il suo nome la legge (poi dichiarata incostituzionale) che impediva ai pubblici ministeri di appellare le sentenze di assoluzione. Nel 2008 fu proposto dallo stesso Berlusconi per il ruolo di giudice costituzionale, ipotesi poi ritirata per l’opposizione di Partito democratico e Italia dei Valori. Vedremo se anche lui, come Borrè, adesso avrà più fortuna.